Da 'Brozovic e poi il nulla' a tre opzioni da playmaker: merito di Inzaghi e di un Calhanoglu sempre più versatile
La scorsa stagione uno dei principali limiti dell'Inter è stato, senza dubbio, il vice Marcelo Brozovic. Un problema emerso dopo la vittoriosa trasferta di Liverpool, in cui il croato subì un infortunio muscolare che lo tenne fuori per quasi un mese, con conseguenze non proprio gradevoli sul campo: due pareggi per 1-1 contro Torino e Fiorentina e altri 4 punti lasciati sul campo che nel lungo periodo hanno fatto la differenza. Per non ritrovarsi ancora in questa situazione, una volta rinnovato il contratto di Epic Brozo la dirigenza nerazzurra ha deciso di affiancargli Kristjan Asllani, 20enne talento reduce da 6 mesi di Serie A con l'Empoli e considerato un talento nel ruolo. L'infortunio subito in Nazionale da Brozovic ha riportato a galla la precedente problematica, ma stavolta in rosa Simone Inzaghi aveva una valida alternativa, per quanto se ne fosse servito assai di rado fino a quel momento: contro la Roma ecco dunque titolare il classe 2002, in un match perso ma in cui di certo non ha sfigurato.
Il tecnico piacentino però ha scelto di non riproporre Asllani tre giorni dopo nella delicata partita di Champions League contro il Barcellona al Meazza. Troppo forte la pressione per un ragazzo esordiente in Europa e troppo delicata la situazione della squadra per rischiare sulla sua pelle. Ecco dunque che Inzaghi ha rispolverato un'idea già vista in passato (contro il Torino all'Olimpico, senza grandi risultati): Hakan Calhanoglu in cabina di regia. Un'autentica illuminazione: gol decisivo e prestazione di alto livello contro i catalani per il turco, che nell'intervista successiva a Prime ha ammesso di non essere abituato al ruolo ma di apprezzare il supporto dei compagni. Dopo il ritorno da titolare di Asllani a Reggio Emilia, l'ex Milan è tornato nuovamente davanti alla difesa al Camp Nou contro il Barcellona, strappando consensi ancora più convinti per una prestazione attenta e curata nel primo tempo, più creativa nella ripresa. Non è un caso se tra le tante giocate preziose emerga il lancio millimetrico che porta al gol Lautaro Martinez.
Quattro giorni dopo il bis contro la Salernitana: ancora playmaker, Calhanoglu conferma di avere sempre più dimestichezza con il ruolo e gioca da veterano, distribuendo palloni invitanti ai compagni, guidandone i movimenti, aiutando dietro e, l'apice, il lancio mancino che pesca Nicolò Barella in area per il raddoppio. Niente male per uno che la scorsa stagione ha imparato a muoversi da mezzala dopo l'esperienza milanista sulla trequarti e in questa ha arretrato ulteriormente la propria posizione, per il bene della squadra. Bravo Inzaghi a credere nel turco, bravo il classe '94 a mettersi al servizio della squadra, dimostrando buona volontà e soprattutto qualità tecniche e soprattutto tattiche che forse neanche lui immaginava di avere. Questo non significa che il rientro di Brozovic non venga atteso come i bambini aspettano il Natale e che Asllani sia diventato terza scelta nel ruolo. Il numero di partite, la necessità di rifiatare e le difficoltà proposte dagli avversari di turno renderanno necessario l'impiego di tutti. Passare dal solo Brozo a tre opzioni in regia è un balzo in avanti non da poco per l'Inter dal centrocampo versatile.