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Da comparsa a titolare fisso: l'ascesa di Rolando, l'uomo che non ti aspetti

di Alessandro Cavasinni

Arrivato in punta di piedi, quasi chiedendo scusa per il disturbo e diventato, nel giro di poche settimane, un perno della difesa nerazzurra. Rolando era giunto a Milano dal Porto con la scorta di chi non aveva nulla da chiedere all'esperienza nerazzurra. Un acquisto (in prestito oneroso con diritto di riscatto fissato sui 4-5 milioni) definito dai più come tappabuchi in caso di defezioni di uno o più titolari.

L'esperienza recente al Napoli, proprio ai comandi di Walter Mazzarri, in fondo, non lasciava intravedere spiragli luminosi per lui in nerazzurro. Anche perché, nell'ultimo anno, tra vicissitudini e litigi, il difensore di Capo Verde (naturalizzato portoghese) aveva giocato davvero pochissimo. Di conseguenza, anche la Nazionale lusitana era ormai un miraggio. Poi la svolta.

Comincia tutto a Trieste, quando Mazzarri lascia in panchina Campagnaro per preservarlo in vista della Roma (leggerissimo affaticamento muscolare). Rolando si trova davanti clienti scomodi come Pinilla e soprattutto il velocissimo Ibarbo. Ebbene: l'ex centrale di Villas-Boas non soffre nulla, né la fisicità del cileno né la velocità del colombiano. Peccato per quel tiraccio sporcato di Nainggolan che costa l'1-1. Mazzarri lo conferma pure nel match successivo con la Roma, vista la fascite plantare che lascia ai margini Campagnaro e lui, nonostante lo 0-3, è uno dei pochi a salvarsi.

Poi, con Hugo ai box per i noti problemi fisici, WM non ci pensa tanto a riproporlo sul centro-destra e i risultati sono più che positivi. Soffre a Torino, complice anche l'inferiorità numerica immediata, ma non 'sbraca' mai. Segna col Verona il suo primo gol in maglia nerazzurra, si mantiene su standard accettabili nella complicata trasferta di Bergamo, entra al posto di Samuel a Udine senza far rimpiangere il Muro e, infine, si conferma centrale dei tre dietro nell'ultimo match col Livorno.

In totale: 5 panchine iniziali, poi 6 gare da titolare e una da subentrante. Un gol e un'ammonizione. Minuti giocati: 594. Niente male per uno che doveva fare la comparsa.


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Domenica 15 dicembre