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Dal 5 maggio a Balo, Materazzi: "Ibra voleva vincere col Barça, Benitez durò 6 mesi. Il nuovo Matrix? Bastoni"

di Alessandro Cavasinni

Durante una diretta Instagram con 'Er Faina', Marco Materazzi ha parlato di Inter, ma non solo. Tanti ricordi e tanti aneddoti nelle dichiarazioni dell'ex difensore nerazzurro.

Ibrahimovic – "Non so perché abbia questo rancore, ma io non ho problemi con lui. È un grandissimo, ha fatto la storia del calcio come Henry, Totti, Neymar... Ma non al livello di chi sappiamo noi. So che lui si arrabbierà, ma è così. Resta un fenomeno. Lo ringrazio per gli scudetti, poi è andato al Barça e obiettivamente pochi avrebbero rifiutato. Gli è andata male. E poi da noi arrivò un certo Eto'o...".

Benitez – "Nulla da dire a uno che ha vinto la Champions, per carità, ma con il Milan in finale potevano essere sotto 5-0 nel primo tempo. Poi il calcio è bello anche per questo... Il suo approdo nel 2010? Tutti sanno del rapporto che avevo con José (Mourinho, ndr), ma con Rafa non c'è stato nemmeno tempo visto che dopo 6 mesi non c'era più (ride, ndr). Il migliore che ho avuto? Mourinho. Ma potrei dire Lippi, Mancini, Mazzone... Ognuno mi ha insegnato qualcosa".

Il 5 maggio 2002 – "Quello che successe nel 2002, prima di Lazio-Inter, era discutibile. E infatti poi si è saputo tutto. Purtroppo è andata così. Quando lavori un anno e non ce la fai all'ultima partita, ti rode. Ma ripeto: tutto poi è venuto a galla. Nell'ultima partita è stata certamente una mancanza nostra, ma prima del ko con la Lazio c'era altro".

La Coppa del Mondo 2006 – "Nesta lo vedevo inarrivabile e magari andavo in soggezione, con Cannavaro avevo già giocato insieme all'Inter – poi lui fece una scelta discutibile andando via (ride, ndr) – e mi trovavo più a mio agio. Era un gruppo in cui chiunque era tenuto in considerazione e quindi poteva ben figurare. Quando si è fatto male Nesta mi sono cagato addosso, ma poi ho preso subito coraggio tenendo Nedved e anche segnando il gol. Con la Germania una partita incredibile, in casa loro: anche se erano giovani ed erano in fase di ricostruzione, non era facile batterli. Non lo è mai. Nella finale, secondo me, la Francia fece qualcosa di più: dopo un nostro buon primo tempo, ci misero sotto. Il rigore su Malouda? Non c'era, e infatti non fui nemmeno ammonito. Si lasciò cadere e l'arbitro fu ingannato".

Zidane – "Un fenomeno da giocatore e da allenatore. Ognuno in campo si deve però assumere le proprie responsabilità, come succedeva a me. E a lui era già capitato 3-4 volte di reagire come accadde a Berlino. Ma questo nessuno l'ha mai segnalato: era successo nel Mondiale del 1998 contro l'Arabia Saudita, in Champions durante Juve-Amburgo... Quindi è sbagliato dire che fosse colpa mia. Io gli avevo chiesto scusa per la trattenuta per non farlo staccare di testa, poi lui mi disse “La maglia te la do dopo”: nel campetto ti gonfiano di botte, minimo devi aspettarti un insulto. Lui aveva segnato, ma pure io: lui era Zidane e io Materazzi, però eravamo sullo stesso terreno di gioco. Non mi sarei aspettato una cosa del genere. E ho preso pure 2 giornate di squalifica: non me lo spiegherò mai. Era la Fifa di Blatter e non quella di Infantino, che invece è onesto".

Mondiale o Champions? – "Impossibile scegliere. La Champions è stata la chiusura di un cerchio con la tua squadra e con la tua carriera, anche perché posso dire di essere stato l'unico interista a vincere entrambe le coppe. Il Mondiale lo vinsi da protagonista, ma anche nell'Inter – pur non giocando tanto – nel 2010 mi ci sentivo".

Il nuovo Materazzi – "Per il futuro dico Bastoni, mentre dico Acerbi per quello che ha fatto negli ultimi anni".

Su Calori e lo scudetto della Lazio – "Alessandro era un grande professionista. Io posso dire che in quella giornata faceva freddo e pioveva. All'inizio la Juve ci ha preso a pallonate: potevano fare 4 gol e non li hanno fatti. Nel secondo tempo, su quel corner, in 6 contro 1, si sono fatti gol da soli: la verità è questa. Noi abbiamo fatto la nostra partita com'è giusto che sia".

Un attaccante fastidioso – "Dico Julio Cruz. Era alto, veloce, tecnico e faceva pure gol: ti massacrava. Poi siamo stati compagni di squadra e tutti hanno visto quanto valeva".

Balotelli – "Gli voglio bene davvero e anche lui a me. Il problema è che mi faceva incazzare quando faceva il bambinone. Anche adesso, se lo metti a giocare per strada, si diverte come un matto: lui è così. Un aneddoto? Ne ho un miliardo. Nel primo allenamento ha provato a fare il tunnel a me e a Cordoba... Io lo consigliai a mio padre che allenava il Bari: “Prendilo che è un fenomeno”. Lui non volle andare nonostante la grande concorrenza all'Inter e poi alla fine ebbe ragione visto che giocò. A Parma, nell'ultima giornata nel 2008, giocò ala destra: Castellini gli diede un calcio che lo mandò a Reggio Emilia e lui nonostante tutto fece una partita incredibile. Mario era forte ed è forte tuttora".

Uno per ruolo – "Impossibile scegliere, ho giocato con i più forti. Julio Cesar, Buffon, Toldo, Samuel, Miuhajlovic, Chivu, Cananvaro, Nesta... E poi Totti, Stankovic, Cambiasso, Veron, Maxwell, Recoba, Veiri, Ronaldo, Eto'o, Ibra, Milito".


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