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Dalbert: "Spalletti mi ha aiutato, spero che l'Inter vinca lo scudetto. A Cagliari mi trovo bene, poi si vedrà"

di Stefano Bertocchi

"Abbiamo iniziato male, senza fare ciò che avremmo voluto. Ora ci siamo rimessi in pista, stiamo meglio e abbiamo fiducia e stanno arrivando anche i risultati. La strada per la salvezza ora è quella giusta, ma dobbiamo continuare così". È uno dei concetti espressi da Dalbert Henrique durante la lunga intervista concessa al Corriere dello Sport a pochi giorni da Cagliari-Napoli. Il brasiliano, in prestito dall'Inter al club rossoblu, parla anche della sua avventura in Sardegna e del passato in nerazzurro, lasciando aperte più porte per il futuro. 

Il suo bilancio?
"Sono sereno e lavoro tranquillamente. Qui siamo una famiglia unita e ora sto trovando le misure". 

Se non ci fosse stato quell’infortunio al ginocchio a rovinare il girone di andata… 
"Magari avrei ingranato molto prima. Non mi era mai capitato di avere tanti infortuni così ravvicinati prima d’ora ed è stato faticoso sia mentalmente che fisicamente recuperare. Ma ora sto bene e sono sereno, pronto per tornare a grandi livelli". 

Cagliari arbitro della lotta scudetto. Ha pensato che frenando il Napoli potrebbe fare un favore alla squadra che detiene il suo cartellino? 
"Sinceramente mi interessa solo il Cagliari in questo momento e non penso nemmeno al mio futuro. Ora andiamo a prenderci questa salvezza e poi ne riparleremo". 

L’Inter vincerà lo scudetto? 
"Spero di sì perché ho ancora tanti amici in nerazzurro. Se vincono sono felice per loro". 

Lo sentirebbe in parte anche suo? 
"No perché non sono lì. Ho fatto la preparazione con loro ma poi ho scelto Cagliari". 

A proposito di Inter, lunedì ritrova Spalletti che l’ha lanciata in nerazzurro… 
"Sono sempre andato d’accordo con lui e mi ha aiutato tanto facendomi arrivare all’Inter".

Come si possono creare problemi alle sue squadre? 
"Non saprei di preciso, ma dobbiamo sicuramente puntare a quello che possiamo fare". 

Quanto è simile a Mazzarri? 
"Hanno in comune di essere due ottimi allenatori, ma sono profondamente diversi. Mazzarri è più vicino ai giocatori, ci parla sempre, ha un approccio quasi come se fosse un padre. Vuole sapere come stai e come te la passi anche fuori dal campo. Spalletti non parla tanto, ma si limita a poche cose giuste che riguardano il campo". 

Cosa ne pensa del nuovo ruolo che le ha ritagliato Mazzarri? 
"Se me lo chiedesse, giocherei anche in porta. L’importante è fare del proprio meglio per portare la squadra alla vittoria. Io ho sempre sentito grande fiducia dal mister che mi aiuta tanto e mi da tranquillità, così come fanno i miei colleghi di reparto". 

Meglio esterno o mezzala? 
"
Posso fare bene entrambe le cose, ma l’importante è giocare".

Perché i sudamericani si innamorano di Cagliari? 
"Ho giocato in tanti posti, in Portogallo, in Francia, in Italia a Firenze e Milano, ma Cagliari è molto simile a Rio in Brasile. Bel tempo, sole e serenità, ci sono tutti gli ingredienti perché un brasiliano si senta un po’ a casa". 

Una dimora anche per il futuro? 
"Devo essere sincero: è una bella città e mi trovo bene anche con la mia famiglia, ma in questo momento penso solo al presente perché voglio stare sereno. Conta solo la salvezza con il Cagliari, poi si vedrà". 

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