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Dalle origini all'Inter: parla Gosens. "Avrei voluto Milito come compagno di squadra. Idolo? Alaba"

di Alessandro Cavasinni

È Robin Gosens il primo protagonista di 'Footsteps', il nuovo format interista targato Recast che racconta i giocatori della prima squadra, dalle origini ad oggi attraverso le tappe più importanti della carriera, gli idoli, le partite più emozionanti e tante curiosità sulla vita privata e professionale. Ecco le parole dell'esterno tedesco.

GLI ESORDI - "Ho esordito a Dordrecht, una piccola città olandese. Lì ho fatto la mia prima presenza a livello professionistico e sicuramente è una delle mie città, anche se quella principale è Bergamo dove sono cresciuto sia come giocatore che come uomo. Sarà per sempre una parte della mia vita, anche per la pandemia, la parte più orrenda della mia vita. Ora sono felicissimo di essere a Milano".

MENTALITÀ - "Mentalità e disciplina sono due cose che vanno insieme e sono stati i fattori determinanti per la mia carriera considerando che non ho lo stesso talento di tanti altri. Avere piacere in quello che stavo facendo è sempre stato fondamentale e lo è anche ora che il calcio è diventato un mestiere. Questo amore per il calcio è una parte di me e me la porto dietro".

LA LEGGENDA CON CUI DIVIDERE LA STANZA - "Difficile da dire, ma scelgo Klinsmann. Un connazionale e poi, quando lui era qui all'Inter, era un idolo per i tedeschi".

LA LEGGENDA COME COMPAGNO DI REPARTO - "Direi Eto'o oppure Milito. Due giocatori impressionanti. Nell'Inter ce ne sono stati tantissimi, però Milito mi ha sempre impressionato per come si muoveva in area avversaria e con lui sarebbe stata una bella coppia vedendo quanti cross piazzo".

LA LEGGENDA DA SFIDARE IN ALLENAMENTO - "Andy Brehme. In tanti mi dicono che siamo paragonabili, ma io non sono così sicuro: lui ha interpretato il ruolo alla grande, era un giocatore diverso. Sarebbe stato interessante sfidarlo e imparare da lui".

IL GOL PIÙ EMOZIONANTE - "Germania-Portogallo: in quella partita degli Europei 2020 ho fatto due assist e un gol. Era il match più importante del girone, un'esperienza unica. Giocare per la Nazionale è incredibile e finora quello è il momento più bello che ho vissuto".

L'IDOLO DA BAMBINO - "David Alaba è sempre stato il mio idolo fin da quando ho iniziato a giocare a calcio. Non so precisamente il perché, ma io vedevo sempre la Bundesliga e lo guardavo ricoprire tutti i ruoli nel Bayern. Mi ha sempre impressionato".

IL POSTO DEL CUORE DELL'INFANZIA - "Tutti i giorni eravamo a scuola fino alle due e poi fino a sera eravamo in campo a giocare tra amici. Siamo cresciuti nel campo di calcio del mio paese. Un campo brutto, piccolino, ma ci siamo divertiti tanto e ci siamo sempre detti: 'Se uno di noi diventasse un professionista sarebbe la cosa più bella al mondo'. Questo è capitato a me ed è una cosa che mi fa molto emozionare".

LA FRASE GUIDA - "Vale la pena sognare. Nel periodo più duro della mia vita, durante la pandemia, è venuta fuori questa idea di scrivere tutto quello che mi veniva in mente. È venuto fuori un libro che, secondo me, è molto personale. Io amo leggere e avere in mano il tuo libro è stato un processo molto lungo e alla fine molto bello".


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