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Dimarco, Frattesi e Bastoni: l'importanza interista nella 'nuova' e 'vecchia' Nazionale di Spalletti

di Niccolò Anfosso

Bastoni, Dimarco e Frattesi. Poco importa chi è stato il migliore tra i tre interisti scesi in campo ieri (ovviamente Dimarco ha il vantaggio della rete spaziale, ndr), ma ancora una volta c'è da sottolineare l'importanza interista nella Nazionale. Nuova e vecchia, come è stata più volte definita in questi giorni. Nuova attitudine, nuova predisposizione: idee semplici e chiare. E nella costruzione dal basso è sembrato di vedere giocare proprio l'Inter di Inzaghi, con Calafiori che si sganciava 'alla Acerbi', senza dare riferimenti ai transalpini. Ma non solo: intensità e dinamismo in mediana. Ottima la prova di Tonali, anche Frattesi ha fornito un grande contributo, avendo avuto un guizzo da campione (con il solito tempismo da incursore prediletto, ndr) dopo essersi divorato il pari nel primo tempo con la traversa centrata di testa.

Dimarco ha incantato ed è stato esaltato da Spalletti: "Puoi metterlo ovunque", ha detto il ct. Controlli palla d'altissimo rango, qualche piccola imprecisione in alcune circostanze, ma qualità da vendere in entrambe le fasi di gioco. Bastoni ha retto la difesa alla grande, mantenendo la posizione e sventando almeno un paio di situazioni insidiose. La Francia non è riuscita a scoperchiare la scatola difensiva azzurra perché la compattezza è stata determinante. Anche senza Barella, un tassello fondamentale per il centrocampo degli azzurri, la colonna vertebrale interista ha impresso un timbro rilevante nell'impresa italiana. E dopo un Europeo scarico, il collettivo ha ripreso a correre con veemenza. E lunedì c'è Israele, altra tappa del percorso di crescita.


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