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Dodò: "L'Inter un onore, paragone con Maicon fa piacere. Con Mancini..."

di Redazione FcInterNews.it

Ai microfoni di Inter Channel parla Dodò nel corso del programma Inter Nos. Le parole dell'esterno brasiliano:

Che tipo sei? "Sono un ragazzo riservato, faccio le mie cose in privato". 

Cosa si prova ad indossare la maglia dell’Inter? “Emozione indescrivibile perché da bambino sogni di giocare a questi livelli, e poi farlo con la maglia dell’Inter ti fa provare delle sensazioni incredibili. Mi fa piacere ogni volta”.

Canzone preferita? "Ora sento Cesare Cremonini e in generale mi piace molto la musica italiana". 

Io erede di Maicon? “Fa piacere il paragone perché è un gran giocatore e un buon amico: io posso sempre migliorare tatticamente e in difesa e se si lavor si può sempre far meglio". 

Mancini? "Si è concentrato sul lavoro tattico, però sta andando bene e facciamo tutto come dice lui”.

Io da terzino? “Attaccherò in maniera diversa, ma mi piace: prima mi sono adattato anche al 3-5-2 e ora torno a fare il ruolo che ho sempre fatto. Credo che riuscirò ad arrivare fino sul fondo per crossare lo stesso”.

Miei punti deboli? “Io lavoro su tutto, e chiaramente ho dei punti deboli: io cerco di migliorare e sicuramente posso fare meglio”.

Convocazione in Nazionale, cosa si prova? “Emozione importante e poi è venuta a 22 anni: è stato molto bello. Ringrazio i compagni e il mister per questa opportunità. Già comunque avevo vinto una Copa America con le giovanili”.   

Primo gol. “Non ricordo, quando ero piccolo ne facevo un po’ di più. Quello a cui sono più legato è quello contro il Flamengo a Rio: fu importante segnare in quello stadio lì”.

Numero di maglia “Ho scelto per la mia età, ma sono disposto a cambiarlo. A me non importa tanto”.

Luogo di Milano particolare. “Casa mia, io sto bene lì. Ho i genitori e parenti e li sto bene. La città non l’ho girata tanto e non saprei dire un posto in particolare. Il Duomo mi piace, ma non ci sono ancora entrato”.

Cosa ti aspetti da Dunga? “Mi aspetto di tornare, spero di lavorare bene all’Inter perché ricapiti un’altra opportunità. In Brasile è difficile, si pensi a Maxwell che è stato convocato per la prima volta a 31 anni. In estate non sono tornato in patria perché volevo recuperare dall’infortunio”.

Differenze tra calcio italiano e brasiliano? “La tattiva è più importante qui in Italia, là c’è più istinto. In Serie A mi aspettavo fosse così difficile, ma è un posto dove i giovani possono crescere”.

Chi salta di più in area di rigore? “Rodrigo è molto forte di testa, ha grandi tempi. Poi ci sono tanti attaccanti bravi. Hernanes col Napoli fece un gran gol, ad esempio”.

L'Inter ti seguiva già in passato? “Quando mi sono fatto male contro l’Internacional c’era Ausilio in tribuna perché c’era Juan: penso che l’Inter già mi seguisse lì”

Castan “Io sono andato a fargli visita un po’ di giorni fa: gli ho detto che siamo tutti con lui e che prima del giocatore viene la persona. Facciamo tutti il tifo per lui, e chiedo anche ai tifosi dell’Inter di incoraggiarlo. All’Internacional siamo diventati amici”.

Scaramanzia. “Non ne ho, poi io sono sicuro del lavoro fatto in settimana e non credo che la scaramanzia possa aiutarmi in campo”.

Se posso segnare gol vittoria nel derby? “Ci provo, ma l’importante rimane vincere”.

Clima derby. Settimana diversa perché precede una partita importante che aspettano tanto anche in Brasile. Sarà una gara molto bella, ma c’è comunque tanto fair play: speriamo vada tutto bene, come sempre, tra le tifoserie”.

Che brasiliano porterei all’Inter? “Io porterei Neymar, giocatore fortissimo che può fare la storia del Brasile”.

Chi ascolta la musica peggiore? “Tanti ascoltano musica strana, ma è bello sentire ritmi diversi".

Rapporto coi tifosi sui social? "Mi piace, cerco di far vedere un po’ la mia vita fuori dal campo: penso che sia un a buona opportunità quella di vedere cosa fanno i tuoi beniamini nella vita di tutti i giorni". 

Come andavo a scuola? "Andavo bene, mi piaceva la storia. Poi ora mi documento sul posto in cui vado, anche sulla storia dell’Inter". 

Hobby? “Mi piacciono diversi sport, come la pallavolo, il basket e il tennis. Federer è il mio campione preferito. Quando sono in Brasile mi occupo anche della fattoria di mio padre, mentre in Europa mi piace viaggiare”.

Roma-Lazio diverso da Milan-Inter? “I derby sono partite a sé e credo che tutti quelli che ho vissuto sono molti sentiti”.

Consigli ai giovani? “Devono lavorare e approfittare quando capita loro l’opportunità”.

Cosa avrei fatto se non fossi stato giocatore? “Da piccolo volevo fare il medico, poi il geologo, ma il calcio è sempre stata la mia passione: è stato naturale andasse così”.

Stadio più bello? “L’Olimpico, mia casa per due anni. Poi direi lo Juventus Stadium perché è uno stadio moderno dove i tifosi sono molto vicini al campo. Anche in Brasile ce ne sono così”.

Suono? “Qualcosa sì, ma non sono bravissimo. In Brasile suonavo la chitarra e il piano, poi canto”

Osvaldo e Kovacic, che giocatori sono? “Sono calciatori fortissimi: Osvaldo ci ho giocato alla Roma, mentre Mateo è un ragazzo semplice e bravo. Sono giocatori forti che ci daranno una grossa mano”. 


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