Due le soluzioni (a senso unico): talenti caserecci o assoluta tempestività
Mino Raiola potrà non essere propriamente un personaggio simpatico. Gli si può dire davvero di tutto. Ma una grossa verità - da uomo che conosce gli ambienti del mercato come le proprie tasche - l'ha sfornata, nei giorni scorsi. Le grandi società italiane non possono più permettersi di andare a prendere top player. Un verdetto evidente, perché servono giochi di incastri quasi da impazzire per arrivare a una soluzione. L'Inter sul fronte Lucas stava lavorando da un anno. I contatti con la famiglia, quelli col ragazzo, una tela da tessere con Wagner Ribeiro, le trattative con il San Paolo fino all'apertura e l'intesa. Quella giusta.
Il Paris Saint-Germain fiuta l'affare, si decide e mette sul piatto 45 milioni di euro. Questo vuol dire non poter più competere. Si brucia quindi il lavoro certosino di una società che ce l'ha messa tutta, perché consapevole che Lucas sia un vero fenomeno del futuro. Ma ormai, andare a lottare contro questi colossi in un'asta vuol dire partire sconfitti. E allora? Le soluzioni sono due. La prima è nota. Se vuoi un talento, devi fartelo in casa. Questo all'Inter lo hanno capito perfettamente e da diverso tempo, il vivaio parla da solo. Bisognerà imparare a puntarci diversamente, vedi Destro, ma questo è un altro discorso.
Se però si discute di comprare e investire su giovani promettenti, magari proprio brasiliani, allora si deve agire con tempestività e anticipo. Proprio come fu per Philippe Coutinho, preso senza pensarci a 15 anni, vicino ai 16, e portato in Italia ai 18. Ci vuole coraggio. Due soluzioni, quindi, a senso unico: bisogna investire sui giovani, e farlo prima possibile. Altrimenti quando il talento emerge e le grandi arrivano, ci si infila in un tunnel che l'economia attuale rende insostenibile per l'Inter, come per tutte le altre società italiane e non solo.
Valeva la pena tentare, perché Lucas è Lucas. Ma questo è l'ennesimo verdetto per una situazione ormai impossibile da modificare, allo stato attuale delle cose. O come per Cou, oppure puntando sui giovani fatti in casa. Altrimenti, il futuro sarà dei giocatori di squadre di medio/bassa classifica titolari all'Inter. C'è ancora tempo per scamparne. Destino beffardo...