Due nuovi Verratti a km zero: l'Inter si costruisce il regista del futuro in casa
Il 18 luglio scorso il Paris Saint-Germain ha annunciato l’acquisto di Marco Verratti, prelevato dal Pescara per circa 12 milioni di euro. L’ennesimo ‘furto’ di un giovane talento italiano, ancor più rattristante per il fatto di essere uno dei pochi registi puri del nostro calcio. Doveva andare alla Juventus, anche l’Inter ha tentato di bloccarlo al fianco del Genoa, ma alla fine non se n’è fatto nulla. Non c’erano club disposti a pareggiare la proposta economica di Leonardo. E Verratti, con buona pace delle squadre italiane, è andato in Francia.
Che il regista classico sia un ruolo importantissimo lo insegna la Juventus: è stato l’ingaggio di Pirlo a cambiare il volto della squadra di Conte, fino a guidarla allo scudetto. Poi, lo stesso Prandelli ha dimostrato con il nativo di Brescia l’importanza di un giocatore dai piedi buoni e dalla visione panoramica davanti alla difesa. Esattamente il profilo di cui, probabilmente, avrebbe bisogno l’Inter oggi. Un’Inter che fatica a costruire dalle retrovie, per il semplice fatto che il talento transita dalla metà campo in su e se Sneijder non arretrasse per ricevere il pallone sui piedi sarebbe ancora più complicato servire gli attaccanti. Un gap di cui il club è consapevole, ma che non è riuscito a colmare nella scorsa sessione di mercato, pur tentando l’affondo per Verratti.
Il presente mostra una lacuna, ma il futuro prevede alternative interessanti. Invece di spendere vagonate di milioni per arrivare a un regista oggi, la dirigenza nerazzurra se lo vuole costruire in casa. Una strategia ben definita che si inquadra con quella, condivisibile, di migliorare ulteriormente un settore giovanile già tra i migliori in circolazione. Dopo aver fatto firmare a inizio luglio un contratto triennale da professionista a Yago Del Piero, italo brasiliano arrivato in nerazzurro nel 2008 e protagonista di tutta la trafila delle giovanili, la società di Corso Vittorio Emanuele è andata in Danimarca a prelevare Patrick Olsen, investendo inizialmente 260 mila euro. L’ex Broendby si è già aggregato al gruppo dei Primavera e non si esclude una promozione nei prossimi mesi.
Registi classe 1994 capaci anche di agire in altre zone del centrocampo, Del Piero e Olsen rappresentano il futuro dell’Inter in quella posizione, almeno secondo le aspettative odierne. Questo non significa che entrambi faranno strada, o anche solo uno dei due. Ma è la cartina tornasole della strategia nerazzurra votata al futuro, che invece di pagare a caro prezzo giocatori lanciati da altri preferisce bypassare questo passaggio e valutare internamente i propri gioielli, sperando che riescano a emergere anche a livello professionistico. Del Piero ha seguito un lungo percorso e ormai non è più un mistero per lo staff nerazzurro. Olsen invece è uno dei giovani più quotati in ambito internazionale.
Chiaramente, è il danese il maggior indiziato a fare il grande salto in prima squadra e un suo esordio costerebbe all’Inter, in base all’accordo col Broendby, 500 mila euro di bonus. Cifra che il club pagherebbe volentieri solo per il fatto di aver constatato l’importanza di questa intuizione di mercato, realizzata in silenzio una ventina di giorni fa dall’osservatore Pierluigi Casiraghi, non nuovo a certi colpi. Patrick Olsen o Yago Del Piero: la speranza è che con loro la prima squadra possa in futuro ritrovarsi in casa un nuovo Verratti, con 2 anni in meno e a costi decisamente inferiori. Il regista a kilometro zero, insomma.