Dumfries: "A Euro 2020 il mondo si è accorto di me, lì ho fatto il grande salto. L'Inter? Un sogno"
"Non è vero che non sorrido mai, io lo faccio tutto il giorno. Quelli che mi conoscono sanno che mi piace scherzare e divertirmi con i miei compagni di squadra, la mia famiglia. Lontano dal calcio, non sono mai arrabbiato, sono diverso da come sono in campo". Comincia così l'intervista di Denzel Dumfries, protagonista del format di Inter TV 'Careers', dove i giocatori nerazzurri rivivono attraverso alcune istantanee il loro percorso calcistico.
Come è stato crescere a Rotterdam?
"La mia infanzia è stata bella, sono cresciuto a Rhoon, in preriferia, è stato tutto molto bello".
Dove è nato il sogno di diventare calciatore?
"Sin dall'inizio dicevo che sarei diventato un calciatore professionista, onestamente non so dove sia nata questa motivazione. Ad esempio non avevo un padre calciatore o qualcuno che giocasse ad alti livelli in famiglia. Detto questo, ero motivato nel voler diventare un calciatore professionista. Ho fatto di tutto perché diventasse realtà".
Il legame con i Caraibi.
"A 17 anni ho giocato per Aruba, ero al Barendrecht, in Olanda. E' stato un momento speciale, mi hanno chiesto di giocare per una squadra Nazionale e io ho accettato. Non in gare ufficiali perché non volevo compromettere la possibilità di giocare per l'Olanda. Ho giocato due amichevoli ed ho pure segnato un gol, è stato un momento speciale. Io comunque sento che le mie origini sono surinamesi".
Ci sono due ex grandi giocatori surinamesi.
"Seedorf e Davids, due leggende per me, esempi da seguire perché anche loro hanno giocato nell'Inter".
La tua crescita personale.
"Quando giocavo nell'Heerenveen sono andato a vivere per la prima volta da solo, non potevo tornare molto spesso a casa perché Rotterdam dista due ore di macchina. E' stato un periodo speciale, la gente lì è molto carina. Ho imparato a essere autonomo, a pensare come un professionista. Dovevo essere responsabile, ci ho giocato solo una stagione ma ho imparato molto".
Tu hai iniziato molto tardi rispetto alla media.
"Vero, ho iniziato allo Sparta Rotterdam, avevo 18 anni, è tardi specialmente in Olanda. Ma avevo tanta fame, volevo far vedere tutte le mie qualità. Ogni giorno facevo di tutto per migliorare, è un'esperienza che mi è servita dover lottare per diventare un professionista. Mi ha dato la giusta motivazione per eccellere nella mia carriera. Uso questa motivazione ogni giorno".
Primo assaggio di Inter in un match di Champions quando giocavi per il PSV
"Ah, sì, ho distrutto Perisic in questa partita (ride ndr). Scherzo, lui si arrabbia. Il PSV è stato un altro club speciale per me, ci ho giocato tre anni. E' stato molto bello sfidare l'Inter, sono grato al PSV per quell'esperienza: è un club bellissimo, la gente è molto carina. Ho esordito con l'Olanda nei miei tempi al PSV. Poi mi hanno dato anche la fascia da capitano, una cosa molto prestigiosa per me. E' stato un ruolo molto importante, specialmente durante il lockdown perché dovevo discutere col CdA, con la squadra. Ho imparato tante cose anche di me stesso come persona".
Avresti mai detto che un giorno saresti stato compagno di Perisic?
"Non lo so, è stato un anno importante il 2018, in Champions abbiamo giocato al Camp Nou, a Wembley e anche a San Siro, il massimo per l'atmosfera che c'è. Per noi è stato pazzesco, siamo rimasti tutti impressionati. E pensare che oggi ci gioco è speciale".
Il legame con Calhanoglu.
"E' una persona molto buona, è molto bello essere suo compagno di squadra. Mi ha aiutato sempre, è molto divertente. Fuori dal campo ci frequentiamo, i nostri figli giocano insieme".
Euro 2020.
"Sì, il mondo lì si è accorto di Dumfries. E' stata un'esperienza indimenticabile rappresentare il mio Paese agli Europei. Segnare due gol è un traguardo molto importante, ero felicissimo. Dopo l'Europeo mi sono accorto che tutti mi conoscevano, in tanti guardano questo torneo. E' stato un momento chiave, credo di aver fatto un grande salto di qualità come calciatore".
Un'estate importante la scorsa per te, poi ti sei trasferito all'Inter.
"Sì, un sogno, un periodo davvero speciale".
Devi il tuo nome di battesimo a Denzel Washington.
"Sì, è una cosa molto bella perché credo sia un esempio per tante persone. Dice sempre cose sempre molto sagge, portare lo stesso nome di un uomo così intelligente è molto speciale".
Quale dei suoi film sceglieresti per descrivere come sei in campo?
"Direi 'The equalizer' perché sono in grande forma! Scherzo, non saprei ma credo sceglierei quello".