Dumfries: "De Vrij fondamentale per il mio arrivo. Hakimi? Non sento la pressione"
di Stefano Bertocchi
I GRANDI TERZINI NERAZZURRI - "Un mio punto di riferimento è stato Maicon, è stato davvero un grande giocatore. Sì, Zanetti mi ha scritto un messaggio quando sono arrivato. È stato davvero un caloroso benvenuto. Gli chiederò come arrivare a giocare così tante partite qui all'Inter come ha fatto lui".
L'EREDITÀ DI HAKIMI - "Hakimi ha fatto una stagione incredibile l'anno scorso, hanno vinto anche lo Scudetto. Ma non sento nessuna pressione. Devo giocare le mie partite e fare il meglio per l'Inter".
IL PERCHÉ DEL NOME 'DENZEL' - "Per Denzel Washington? Sì, corretto. I miei genitori mi hanno chiamato così per Denzel Washington".
LE ORIGINI - "Mio padre è nato ad Aruba, mia madre in Suriname, quindi ci sono entrambe le culture dentro di me. Sono stato ad Aruba molte volte, anche in vacanza. È un paradiso: le spiagge sono bellissime e le persone molto cordiali. Amo tornarci, quanto più spesso possibile. Ci torno sempre volentieri avendo anche la famiglia lì".
IL RAPPORTO CON DE VRIJ - "De Vrij ha avuto un ruolo fondamentale per il mio trasferimento all'Inter. Inoltre già conosceva bene Inzaghi dalla Lazio. Ma in realtà avevamo parlato di Inter con lui in nazionale già due anni fa. Mi ha sempre detto che questo era un bel club e che sperava che un giorno ci sarei venuto e ora siamo entrambi felici che finalmente sono arrivato qui. Gli sono molto grato, è importante che anche lui sia qui, mi aiuta con la traduzione e sono davvero felice per come mi tratta. Quindi Stefan non è solo un difensore centrale, ma anche un agente? Sì esatto, più o meno è anche un agente! (ride, ndr)".
I 10 OLANDESI DELA STORI DELL'INTER - "Ci provo. Parto da Stefan (De Vrij, ndr), chiaramente... Castaignos, Sneijder, Fass Wilkes, Edgar Davids, Seedorf, Bergkamp, Arom Winter, credo... Poi ce n'è un altro: Wim Jonk! Ok! Ne manca uno che veniva dall'Ajax? Io vengo dal PSV, quindi non posso saperlo (ride, ndr): non li conosco quelli dell'Ajax. Van der Meyde? Ah certo! Andy, l'olandese più pazzo che abbia giocato qui".
L'ITALIANO - "È vero, lo sto studiando! Qualche parola? 'Un poco'. La prima parola che ha imparato sul campo è 'uomo', che significa che hai un uomo alle spalle. Poi 'scappa', 'scivola'. I gesti con le mani? Non li uso, ma ho visto molti giocatori farlo nella partita con il Genoa".
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Domenica 15 dicembre