Eder, zero gol ma tanto lavoro. E ora il tridente di Mancini sembra definito
Dopo l’esordio contro il Milan, che lo ha visto protagonista dell’estremamente offensivo ma poco incisivo 4-2-3-1 in coppia con Jovetic, Eder Citadin Martins è sempre stato schierato attaccante esterno in un 4-3-3, almeno inizialmente. È accaduto contro le due squadre di Verona, il Chievo e l’Hellas e in entrambi i casi nel tridente figuravano anche Mauro Icardi e Rodrigo Palacio. Il reparto ha prodotto molte opportunità da gol sia al ‘Meazza’ sia al ‘Bentegodi’, ma solo nel secondo caso ha raccolto gran parte di quanto seminato, pur soffrendo e non poco in fase difensiva. Inoltre contro l’Hellas è stato necessario l’inserimento a partita in corso di Ivan Perisic, che ha dato ossigeno alla manovra e ha agevolato il compito degli altri attaccanti. L’ultimo arrivato in casa Inter è ancora a secco dal punto di vista delle marcature, ma si sta dedicando al cosiddetto lavoro sporco al servizio della squadra. Se contro il Chievo ha cercato più spesso la via della rete, con 5 tentativi complessivi, è però contro l’Hellas che si è mosso di più e meglio, soprattutto quando Mancini lo ha spostato sul centro destra dopo una prima frazione a calpestare l’erba della corsia opposta. Ne è emerso un quadro più ampio di presenza scenica sul fronte offensivo, a fronte però di appena due tentativi di tiro, il secondo sul 3-3 deviato in corner da Gollini.
DERBY A PARTE - Tornando al match d’esordio davanti al pubblico nerazzurro, Eder ha battuto quasi esclusivamente la corsia mancina, provando ad accentrarsi per cercare il tiro ma senza fortuna. Prezioso comunque è stato il suo lavoro soprattutto nel secondo tempo, quando portando velocemente avanti il pallone ha aiutato ad alleggerire la pressione dei clivensi in un finale di gara che ha visto l’Inter soffrire e temere un’altra beffa simile a quella contro il Carpi. Al ‘Bentegodi’ Eder ha iniziato a sinistra, poi con l’innesto di Perisic ha lasciato la fascia al croato (che si è ben distinto con un assist e un gol) per dare manforte sulla destra, dove si è alternato con Palacio in aiuto a Icardi. Il nazionale azzurro ed el Trenza hanno agito sia in posizione centrale, partendo da dietro per cercare spazio, sia larghi. Non a caso proprio dal piede dell’argentino è partito il cross che ha portato al pareggio di Perisic.
TRIDENTE IDEALE - In attesa di capire se Mancini vorrà riproporre il 4-3-3 anche a Firenze, dalle prime uscite post-mercato invernale sembra che l’allenatore consideri il tridente Eder-Icardi-Palacio quello meglio assortito, a discapito di Jovetic e Ljajic che rischiano seriamente la panchina proprio nello stadio che li ha visti emergere alla grande. Il motivo della fiducia di Mancini è dovuto anche allo spirito di sacrificio che i due attaccanti esterni assicurano. Entrambi infatti non si limitano ad attaccare gli spazi, ma rappresentano la prima barriera nella fase difensiva della squadra nerazzurra. E contro la Fiorentina sarà importante un lavoro collettivo da questo punto di vista. Chi rischia il posto, in caso di 4-4-2, è Rodrigo Palacio, che sarebbe alla terza gara consecutiva dopo un lungo periodo caratterizzato da panchine e spezzoni di gara e a pochi giorni dal 34esimo compleanno che invita a non spremerlo troppo.