Eriksen: "Brentford l'opzione migliore, è il momento di creare nuovi ricordi"
di Mattia Zangari
A proposito dei colloqui avuti con l'allenatore, il centrocampista spiega: "E' stato abbastanza chiaro all'inizio, prima di tutto mi faceva molte domande per chiedere come mi sentissi, quali erano i miei pensieri nel tornare a giocare a calcio. È stata una buona telefonata e da lì è decollato tutto. Ho detto sì, dovremmo tenerci in contatto, vedere cosa succede. Sono stato al campo di allenamento, ho visto com'è tutto e come sono le persone. È un bel posto dove stare, è un buon inizio".
Il percorso per arrivare a questo punto è stato lungo dopo quel maledetto 12 giugno: "Ho dovuto essere paziente, ma mi sono fidato del mio allenatore e del mio medico e ho seguito il piano che avevano fatto per me: questo mi ha messo a mio agio e rilassato nell'ottica di tornare alla normalità. Sono stato fortunato a non aver subito infortuni. Stare senza calcio per sei o sette mesi è un tempo molto lungo. È stato molto difficile. Dovevo solo guarire e non fare nulla, poi ho iniziato il programma di riabilitazione. Quindi mi sono ritrovato su un campo da calcio, ho toccato il pallone, annusato l'erba, e tutto inizia a tornare. Ora devo ritrovare il tocco, riprendere velocità. Vedremo come reagirà il mio corpo ma mi sento molto bene".
Eriksen, infine, ha spiegato che se è vero che il malore che l'ha colpito la scorsa estate è un evento che vivrà sempre con lui, ora vuole essere ricordato di nuovo per il suo football: "Questo è il mio obiettivo. Mi è stato dato il via libera dai medici: posso essere il calciatore Christian. Lo porterò sempre con me e tutti avranno il ricordo di quello che è successo, ma penso che ora sia il momento di creare nuovi ricordi. Sono entusiasta di dimostrarlo anche con il defibrillatore, se hai avuto un arresto cardiaco, se fai i test e va bene, puoi giocare di nuovo".
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Domenica 21 dicembre