Eriksen e Perisic, contro la Lazio la partita spartiacque. Conte è stato di parola, ha mantenuto la promessa
Legittimo che i riflettori, dopo la bella vittoria dell'Inter contro la Lazio, siano puntati anche su Christian Eriksen, passato da corpo estraneo in procinto di lasciare l'Inter a gennaio a risorsa significativa per il resto della stagione. L'esperimento di vederlo come vice Marcelo Brozovic è stato momentaneamente accantonato quando Arturo Vidal ha avuto problemi fisici nel primo tempo contro la Fiorentina. A quel punto Antonio Conte ha offerto al danese l'opportunità di muoversi nel ruolo di mezzala sinistra, a lui più congeniale. E la risposta è stata soddisfacente, soprattutto ieri contro i biancocelesti dopo una prova in chiaroscuro contro la Juventus allo Stadium in Coppa Italia. L'allenatore nerazzurro, nel dopo gara, ha elogiato Eriksen per aver lavorato duramente ed essersi guadagnato il posto in squadra, per aver aumentato l'intensità e, aspetto non da poco, per essersi impadronito, anche se a livello basilare, anche della lingua italiana. Seguendo così il consiglio di Romelu Lukaku risalente a diverse settimane fa. Ieri, nel giorno del suo compleanno, l'ex Tottenham si è regalato una prestazione molto incoraggiante, ordinata tatticamente e interessante offensivamente, soprattutto nel primo tempo quando ha cercato varchi e traiettorie apparentemente impensabili. Non è un caso se sia stato proprio lui a innescare l'uno-due della LuLa che ha portato alla concessione del rigore, tutto di prima. Passi avanti significativi per il danese, dunque, a anche il rientro di Arturo Vidal fa meno paura: nelle prossime 16 partite servirà l'apporto di tutti. Di certo, alla luce delle ultime scelte, Conte ha smentito chi sosteneva avesse ragioni personali dietro l'esclusione del 29enne di Middlefart, non ritenuto ancora pronto sotto vari punti di vista. Bravo il centrocampista a lavorare sodo per allinearsi all'idea di calcio del proprio allenatore, mettendo da parte propositi di addio. Mai come oggi, grazie anche all'impossibilità di fare mercato a gennaio e all'assenza di offerte serie per lui, Eriksen è parte del progetto Inter.
C'è però un'altra scommessa vinta da Conte: Ivan Perisic. Rimasto per assenza di offerte, il croato ha impiegato mesi prima di guadagnarsi la fiducia totale del tecnico, dovendo imparare a 31 anni un ruolo non suo, quello di esterno tutta fascia. Non a caso, tendenzialmente il tecnico salentino gli ha sempre preferito Ashley Young, soprattutto nelle partite di cartello. Meno pericoloso davanti ma più affidabile dietro e padrone del ruolo, queste le motivazioni. Perisic però non si è scoraggiato, ha continuato ad aspettare pazientemente il proprio turno e nel mentre si è focalizzato sulle peculiarità del ruolo, alternando prestazioni incoraggianti ad altre decisamente meno. Però tra Benevento, Fiorentina e Lazio è stato lui il titolare e proprio la gara di domenica contro i biancocelesti può essere lo spartiacque della propria stagione: prestazione di grande cura difensiva contro un avversario pericoloso come Manuel Lazzari, tra i migliori interpreti del ruolo in Serie A e punto di forza della squadra di Simone Inzaghi. L'esterno ex Spal ha fatto davvero poco, ben controllato da Perisic che spesso si è palesato anche nella metà campo avversaria con spunti interessanti. Insomma, complice anche il calo di forma di Young, per il vice campione del Mondo è arrrivato il momento della ribalta, da titolare.
Sia per Eriksen sia per Perisic il match contro la Lazio può essere la definitiva rinascita. A entrambi è servito tempo, molto lavoro tattico e qualche boccone amaro prima di emergere. Ma oggi rappresentano dei punti di riferimento per Conte, che non li ha mai bocciati e li ha sempre attesi, assicurando che avrebbe premiato chi se lo fosse meritato. Una promessa mantenuta, che arricchisce la sua Inter di due giocatori di livello internazionale, finalmente addentrati nel sistema tattico costruito negli ultimi 19 mesi.
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