Eriksen, percorso interista (per ora) interrotto. Gestione prevista da Conte, che però aveva altri programmi
La disavventura che lo ha costretto a lasciare l'hotel che lo ospitava dal suo arrivo a Milano a gennaio, a causa dell'emergenza sanitaria, sicuramente non gli ha restituito il sorriso. Christian Eriksen, nel momento in cui si è trasferito all'Inter dopo una lunga trattativa con il Tottenham, non è ancora riuscito a imporsi come i tifosi nerazzurri speravano. L'attesa e la voglia di vedere in campo questo talento internazionale si è scontrata con la gestione del suo caso da parte di Antonio Conte, che lo ha impiegato soprattutto part-time, titolare in Europa e solo una volta in campionato. Ma se qualche malumore serpeggia tra i tifosi, è giusto sottolineare come fino alla chiusura del calcio giocato lo staff tecnico abbia solo seguito un percorso già tracciato all'inizio.
Chiaramente il danese avrebbe sperato in un maggior utilizzo, la calorosa accoglienza non ha avuto seguito sul rettangolo di gioco. Però anche oggi che è possibile tracciare un primo mini-bilancio della sua esperienza a Milano non ci sono argomenti validi per parlare di 'caso Eriksen'. Già prima del suo acquisto era chiaro come per caratteristiche tecniche e fisiche non fosse la mezzala ideale per Conte, che per settimane aveva chiesto l'acquisto di Arturo Vidal. Impossibilitato a scalfire il muro del Barcellona, Beppe Marotta ha così deciso di anticipare l'arrivo del 23 del Tottenham, già prenotato per la prossima estate a parametro zero. Dopotutto, un nuovo innesto in mediana era necessario, a quel punto la soluzione migliore era anche la più ovvia: investire il tesoretto per precorrere i tempi.
Eriksen sarebbe dovuto arrivare a luglio e avrebbe dovuto svolgere un lavoro personalizzato simile a quello cui si è sottoposto la scorsa estate Stefano Sensi, sbarcato a Milano da regista basso e trasformato in mezzala d'inserimento da Conte nel corso della pre-season. Periodo abbastanza lungo per lavorare sia dal punto di vista fisico e atletico sia tecnico-tattico. Invece, gli eventi non hanno permesso lo sviluppo della strategia ideale per il centrocampista di Middelfart, che avrebbe a sua volta preferito prepararsi al meglio alla nuova avventura rimanendo a Londra fino a giugno. Adattamento rapido, necessario e forzato, che ha portato l'allenatore salentino a fare delle scelte anche impopolari per preservare gli equilibri della sua squadra. Eriksen, sin dal suo arrivo, ha lavorato duramente ad Appiano Gentile, recuperando la condizione fisica e cercando di capire cosa il tecnico si aspetta da lui. Inevitabile che uno attento ai dettagli come Conte abbia anteposto le esigenze del gruppo a quelle della nuova star nerazzurra, particolarmente stimolata e incitata a migliorare nel corso delle sedute al Suning Training Centre.
La grave emergenza sanitaria internazionale ha posto fine al percorso di tutta la squadra, soprattutto del classe 1992 ex Tottenham che doveva recuperare terreno sotto tutti i punti di vista e che avrebbe sicuramente goduto della vetrina europea se non fosse stato interrotto tutto. Oggi, così come i compagni, pur se costretto a cambiare abitazione Eriksen continua a svolgere il suo lavoro personalizzato tra le mura di Appiano Gentile, amareggiato come tutti per quanto sta avvenendo sia in Italia sia in Europa. La speranza è che questo periodo di stop forzato gli permetta di lavorare comunque bene e studiare al meglio, anche se a tavolino, il ruolo che Conte ha intenzione di affidargli la prossima stagione. Per allora l'apprendistato sarà comunque concluso.