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Esposito: "Siamo interisti, è inevitabile: Pio è forte, ma non quanto me. Lukaku? L'ho chiamato per sfotterlo perché..."

di Stefano Bertocchi

"L'Empoli è il primo club di A che ha creduto in me. È una nuova vita, sì. Ha avuto il coraggio, è una famiglia. Dà valore ai soldi e non li sperpera. Io non sono sorpreso da questo avvio, è la gente che è sorpresa. Bisognava venire in ritiro e guardare gli allenamenti. Stiamo bene nei 20 metri, ognuno corre per l'altro". Parole e musica di Sebastiano Esposito, attaccante dell'Inter in prestito all'Empoli, intervistato oggi da La Gazzetta dello Sport per analizzare la sua carriera tra passato, presente e futuro. 

Lei ora i soldi li ha, ma prima?
"Non eravamo certo ricchi. Siamo cresciuti nel quartiere dove la possibilità di sbandare era alta, giocavamo in strada e abbiamo coltivato il sogno. Oggi il campetto lo stiamo sistemando noi tre fratelli. È giusto così".

La generosità non vi manca. Avete anche rilevato la Voluntas di Brescia dove papà allena.
"Sì, ormai la nostra base è Brescia. È il primo posto in cui sono andato. Prendere la Voluntas è un atto di cuore verso Roberto Clerici che con Roberto Samaden ho avuto al settore giovanile dell'Inter, è un secondo padre".

E Agostino che padre è? Tre figli professionisti è un record.
"Ci ha lasciati liberi. Ama il pallone, lo vive. Ma non sottovalutate il vero motore, mamma Flavia. Ha fatto tutto e farà diplomare pure me. La nostra famiglia è bella e la sua parmigiana di melanzane è imbattibile".

Siete interisti?
"È inevitabile. Ci siamo cresciuti e ho imparato a fare la fase difensiva grazie a Tiziano Polenghi. Poi c'è stato Antonio Conte".

È andato due volte all'estero: Basilea e Anderlecht. L'estero forma i cervelli in fuga...
"Sicuramente. Ho un carattere fumantino, al Basilea litigai con l'allenatore svizzero, ma poi hanno cacciato lui. All'Anderlecht ho fatto sei mesi, Bruxelles è carina. Sono club organizzati. Per colpa del carattere non mi valorizzavano, l'ho pagato a caro prezzo. Sono permaloso, a volte scontroso, ma sicuro di me stesso. Ma da lì ho avuto la forza di ripartire. Prima Bari e poi Samp. Ho preso il procuratore Giuffredi. E Polito, Andrea Mancini e Pirlo mi hanno dato fiducia".

Immagino che a casa vostra sia un museo di maglie...
"Può dirlo. Messi l'ho inseguito, con Dybala sono arrivato per primo. Mbappé e Neymar le ho... Come Totti. Il segreto è arrivare prima. Ora la taverna esplode. Mamma sistema tutto".

Chi è il più forte dei tre fratelli? Pio ha già fatto 4 gol con lo Spezia.
"Siamo molto uniti. Salvatore è il più maturo, Pio è bravo, ma non è forte quanto me...".

Che ha segnato in A a 17 anni grazie a Lukaku che le lasciò il rigore. Il 20 se lo trova di fronte.
"Lo sento. Poco fa ero a San Giorgio a Cremano e c'era una sua statua enorme. L'ho chiamato. Per sfotterlo naturalmente".

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