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Eto'o: "Il derby non è decisivo. Ora penso al Milan, poi allo Schalke"

di Alberto Casavecchia
Fonte: Andrea Elefante per La Gazzetta dello Sport

Samuel Eto’o è pronto. Gare come il derby sono le sue partite, quelle in cui lui non sente la minima pressione, anzi sono gli avversari a sentirla, consapevoli che il camerunese, d’altra parte, è sempre pronto a fare male. Samuel ammette comunque che il Milan è il favorito, vista la classifica, ma sottolinea al meglio l’importanza della partita. Vincerla darebbe un vantaggio psicologico importante. Vincere magari con un suo gol, quello che sarebbe il numero 20 in campionato: “Io non conto i miei gol. Realmente non so quanti ne ho fatti”. Tanti, ovvero 32, a meno 4 da quelli segnati col Barcellona nel 2008/2009. Può essere questa la sua stagione più importante: “In realtà ognuno, invecchiando, cerca di fare sempre il meglio”. Per fare gol si è spostato più avanti: “Anche con Mourinho ero felice. Mi ha fatto capire cose importanti della vita, non solo del calcio”. Però ora è più libero di giocare a suo piacimento: “E’ vero. Parto da sinistra, svario a destra e al centro. Seguo l’istinto. Ora aiuto i compagni in altro modo”. Leonardo ha dato una mano all’Inter: “Ora stiamo meglio. Non abbiamo più avuto catene d’infortuni. Tante dinamiche sono cambiate. Ora ci alleniamo col sorriso. Prima avevamo paura. Prima c’era pessimismo, ora fiducia. Dobbiamo ringraziare chi ha giocato in questi mesi per farci stare lì a contenderci lo scudetto”.

A novembre avrebbe mai pensato alla risalita? “Pensavo che era complicata, ma non impossibile. La Roma, lo scorso anno, ce lo ha dimostrato. Prima erano però solo ipotesi, ora realtà”. Dipende da noi: “No. Dal Milan. Se vince tutte le partite, vince lo scudetto. In testa ci sono i rossoneri”. Dunque se l’Inter vince il derby è favorita: “Può cambiare il corso del campionato per una settimana. Poi ci sono altre sette gare, di cui le ultime quattro sono quelle decisive”. In caso di pareggio resta tutto aperto. Una vittoria dell’Inter cambia l’inerzia del campionato: “E’ una gara secca, senza ritorno. A livello psicologico cambierà molto. Chi vince ha un grande vantaggio mentale”. Allegri toglierebbe Eto’o all’Inter: “Sono contento che manchi Inzaghi. Uno che ti fa male in ogni momento”. E Ibra: “Chi ama il calcio vuole vedere sempre i grandi giocatori in campo”. Venderlo per 50 milioni e avere Eto’o è stato un affare per l’Inter: “Non è colpa di Ibrahimovic se il Barcellona lo ha pagato tanto. Domani se Moratti offre mille milioni per Messi è libero di farlo”.

Guardiola è pentito della scelta di averlo acquistato? “Non lo so. Quando lo sento non parliamo di passato”. Leo conosce bene il Milan: “Leo, sia da giocatore che da allenatore, ha gestito tante partite importanti”. Perché nessuno riesce a far crescere Balotelli? “Mario deve essere aiutato. Chi può, lo deve fare. Tutto nella vita scorre rapidamente e ogni occasione può essere persa”. Scudetto in rimonta o Champions: “Prima vinceremo il derby, poi penseremo allo Schalke”. La vittoria di Monaco può essere una svolta come quella di Londra, dello scorso anno: “Lo spero. Ma è giusto sapere che tutti gli anni non sono uguali”. Ora però si respira un’altra aria: “La si respira da Abu Dhabi. Ora abbiamo una nuova consapevolezza”. Al Milan ha già fatto un gol: “Veramente due. Uno col Real Madrid (estate 2000) e uno col Barcellona, nel novembre 2004. Xavi mi lanciò in profondità e io segnai di punta”. Manca quello con l’Inter: “Non penserò a ciò quando sarò in campo. Se entri in campo e vuoi segnare per forza rischi di non essere utile alla squadra”. Il gol più bello: “Quello col Bologna, su assist di tacco di Milito. Fu il più bello perché vi partecipò tutta la squadra”. Dopo 41 gare su 44, non si sente stanco: “Un po’ sì. Però stare vicino ai compagni e aiutarli, mi dà forza”.


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