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FFP, ottimismo Inter dopo l’incontro con l’Uefa: tutte le ipotesi

di Mattia Zangari

Filtra ottimismo da ambienti interisti dopo il vertice di Nyon in chiave Fair Play Finanziario, andato in scena ieri presso la sede dell’Uefa. Un incontro - si legge su Calcio e Finanza - durato oltre due ore e mezza in cui i vertici del club nerazzurro, tra i quali l’amministratore delegato Alessandro Antonello, hanno risposto alle domande della Commissione del massimo organismo del calcio europeo in relazione all’esercizio concluso il 30 giugno 2017. Chiuso con una perdita di 24,6 milioni di euro, da quali, ai fini dei conti per il FPF, vanno tolte le spese considerate “virtuose” come quelle per infrastrutture e settore giovanile.

Nel corso dell’incontro con la Commissione Uefa, particolare attenzione è stata posta, da parte dei rappresentanti della federcalcio europea, ai contratti di sponsorizzazione, soprattutto quelli siglati con Suning, azionista di maggioranza della Beneamata. L’Uefa infatti pone l’attenzione sul peso delle sponsorizzazioni da parte correlate: "se eccedono il 30% dei ricavi complessivi e se non hanno un valore congruo rispetto al reale valore della sponsorizzazione, la Commissione può riportarli (in seguito ad analisi di società terze) al fair value, riducendo di fatto la portata delle entrate". L’Uefa ha passato sotto la lente di ingrandimento gli accordi di naming rights che Inter e Suning hanno stretto per quanto riguarda i centri sportivi di Appiano Gentile e Interello (sede del settore giovanile), oltre all’accordo relativo alla sponsorizzazione del materiale di allenamento". I dirigenti nerazzurri, dal canto loro, hanno invece voluto sottolineare il progetto di Suning per quanto riguarda il futuro del club e la crescita commerciale in Cina, soprattutto in relazione alle possibili nuove risorse che possono arrivare dal mercato asiatico.

La risposta dell’Uefa sui conti del 2016/17 - come risaputo - arriverà così dopo metà maggio: in casa nerazzurra resta la certezza di aver rispettato i parametri. Ma cosa potrebbe succedere se, invece, l’Uefa non certificasse il rispetto dei parametri di bilancio, che imponevano un risultato in pareggio nei conti ai fini del FPF? "Se l’Inter riuscisse a contenere la perdita (sempre ai fini del FPF) entro i 10 milioni, il problema sarebbe limitato al pagamento di una multa da 7 milioni di euro - si legge sul Calcio e Finanza -. Nell’ipotesi peggiore, ovverosia nel caso in cui la perdita superasse i 10 milioni, la società nerazzura si troverebbe costretta a rinegoziare l’accordo con l’Uefa, con nuove possibili sanzioni.

"Dal punto di vista sportivo, infine, dovrebbe rimanere anche per la prossima stagione la limitazione alla rosa europea: come nella passata stagione, infatti, l’Uefa dovrebbe confermare la sanzione, data la mancanza di equilibrio tra entrate e uscite dei giocatori presenti nelle liste Uefa degli ultimi anni (una violazione già indicata dalla Commissione in un documento aggiornato al dicembre 2017, in cui si parla di “parametri intermedi nella stagione 2016/17 rispettati parzialmente”). Il rischio è quindi, come avvenuto nel 2016/17, di non poter utilizzare alcuni calciatori nelle coppe europee". 


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