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Finalmente Mourinho può sorridere: ha trovato il tridente perfetto

di Fabio Costantino

Più volte l'impiego del tridente, soprattutto la scorsa stagione, è stato un fallimento per Mourinho. Le critiche nei suoi confronti sono state roventi, la squadra giocava male e creava davvero poco in attacco. Ma il portoghese ha insistito a lungo, convinto che il modulo potesse funzionare, dopotutto al Chelsea andava alla grande. Oggi ci si rende conto che non si trattava di un problema di strategia, ma di giocatori. Quando in campo i tre davanti erano Quaresma, Ibrahimovic e Mancini, con lo svedese punta centrale allergica alla staticità sotto porta, era fin troppo facile per le retroguardie avversarie capirne i movimenti e bloccare i rifornimenti agli esterni d'attacco, abbandonando il centro boa al suo destino. Non è un caso se alla fine Mourinho abbia optato per il modulo alla Mancini, due punte e centrocampo a rombo, idea tattica che ha consentito all'Inter di spiccare il volo verso il suo 16esimo scudetto.

Ieri contro il Cagliari Mourinho ha proposto ancora una volta il tridente, arma scelta finora in assenza di Sneijder, fondamentale per giocare con il rombo. Con l'olandese out, lo Special One ha affidato ai tre davanti la creazione del gioco offensivo, chiedendo ai mediani soprattutto un lavoro di copertura. Ieri però, rispetto alle precedenti uscite, si è visto un falso tridente. In effetti le punte in campo erano tre, ma solo due rimanevano fisse là davanti. Contro il Cagliari è stato Pandev a fungere da trequartista, giocando a tutto campo e non banalmente come attaccante esterno al servizio di Milito. Il macedone ha dato sfoggio di grande spirito di abnegazione, andandosi a prendere il pallone sulla trequarti e smistandolo ai compagni. Sarà anche una coincidenza, ma il suo gol è nato proprio da un suo inserimento dalle retrovie, movimento tipico di Sneijder. Poi, a Pandev la fantasia e il talento non mancano di certo, fra gli attaccanti di ruolo è lui l'unico in grado di giocare in posizione più arretrata. Più nel vivo dell'azione, l'ex Lazio ha mostrato dei numeri da applausi: dribbling, aperture, controlli nel traffico e la solita pericolosità offensiva, ennesima conferma del gran colpo di mercato nerazzurro.

Ieri si è rivisto anche Eto'o, che però ha fatto tanta fatica a rientrare nella logica del campionato italiano. Con un'Inter cresciuta durante la sua assenza, il camerunense ha peccato un po' troppo di imprecisione e ha rallentato spesso un gioco che si svolgeva rapidamente con tocchi di prima e triangolazioni in stile 'torello'. Eto'o probabilmente ha perso di vista in questo mese di assenza le caratteristiche del gioco nerazzurro, anche a causa della mentalità accentratrice del Camerun, troppo aggrappato al suo talento. Gli ci vorrà qualche giorno di allenamento e qualche altra presenza in campo per tornare a ragionare alla Mourinho, perché l'Inter non può fare a meno della sua presenza in campo da qui in avanti, soprattutto una volta che l'attaccante avrà recuperato la migliore condizione, quella con cui aveva salutato il campionato italiano dopo le feste di fine anno. Il tridente di oggi, al di là di certi discorsi, può funzionare alla perfezione, e il Cagliari se n'è accorto. Con gente che si cerca, che punta l'avversario e oltre al tiro prende in considerazione anche l'assist al compagno più vicino, è più facile mettere in crisi le difese di turno. L'imprevedibilità è l'arma degli attaccanti di Mourinho e quello che spicca è il feeling instauratosi tra Milito e Pandev. I due si cercano continuamente e si intendono alla perfezione, quasi come se giocassero insieme da anni. Una conferma? Basta andare a rivedere il terzo gol contro i sardi, a cui ha partecipato anche Eto'o dando il là all'azione. Uno spettacolo di tridente...


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