Frattesi: "Voglio la Champions con l'Inter. Il Milan? Ho scelto i nerazzurri perché..."
Davide Frattesi è uno dei volti vincenti della nazionale azzurra, arrivata agli Europei anche grazie alla doppietta segnata dal centrocampista all'Ucraina a San Siro lo scorso settembre. "Una gioia da impazzire. Sono legato al mio Paese, ci tenevo. Pochi giorni dopo è arrivato il derby col Milan in cui ho segnato il primo gol in nerazzurro. Ero in estasi. Una settimana da dio, per citare uno dei miei film preferiti", racconta il giocatore a La Repubblica. "Ambizioni? Voglio tutto: Europeo e Mondiale con l’Italia, Champions con l’Inter".
Tra i compagni di nazionale, Nicolò Barella, che ha già come compagno all'Inter. "Da Nicolò c’è tanto da imparare. All’inizio era un incursore, come me, poi si è completato, lavorando tanto sulla costruzione del gioco. È lì che voglio migliorarmi. Noi due amici? Amici e vicini di posto in spogliatoio. Anche se sulle passioni non siamo allineati. A lui piace il buon vino, a me la Coca Cola". Non manca, in ritiro, nemmeno il grande amico Scamacca. "È destino. Di solito, lui arriva in una squadra e io lo seguo. Quando ho firmato con l’Inter gli ho detto: Scama, questa volta tocca a te raggiungermi. Invece ha scelto l’Atalanta, ed è felice così".
Frattesi racconta dei duelli con Theo Hernandez ("Ma la Francia è forte, me la eviterei volentieri") e di una scommessa con Asllani, Carlos Augusto e Arnautovic su un regalo da fare agli altri tre appena si segna un gol. "Appena fatta la scommessa, ho cominciato a segnare! Sono sotto nel conteggio, mi presenteranno il conto".
E poi il mercato, col Milan che aveva provato a prenderlo la scorsa estate. "Non ne ho mai saputo niente. Il mio agente mi ha chiesto: dove vuoi andare? Io già a maggio dello scorso anno ho risposto: solo Inter. Lo avevo deciso giocandoci contro. Una squadra fortissima, con un grande allenatore e un pubblico magico. Non volevo ascoltare niente altro".
Spazio per la famiglia, dalla sorella Chiara a Torino per festeggiare la Coppa Italia della Juventus alla nonna a cui aveva "promesso" di portarla sul pullman della squadra. "Chiara? L’ho bloccata su tutti i social per quattro giorni. Ci prendiamo in giro. Che sia così esposta non mi dà noia. Ognuno ha la sua vita, non si può mettere nessuno sotto una campana di vetro. Nonna sul pullman? Non si poteva. Però l’ho portata alla festa e alla cena di squadra. Cantava con tutti".