Gagliardini, un finale sprint per guadagnarsi l'Inter che verrà. In una mediana tecnica, è un tassello necessario
Mentre il puzzle di centrocampisti dell’Inter che verrà continua a essere aggiornato di nuove suggestioni, probabili cessioni e nomi per il futuro, da qualche tempo c’è un giocatore che sembra sicuro della sua permanenza a Milano: Roberto Gagliardini. Conte sembra voler puntare forte sul classe ’94 che quest’anno - anche a causa degli infortuni - non è riuscito a dimostrare tutto il suo valore. Ma, dopo una partenza in salita, la sua curva di crescita è stata costante e Gagliardini ha dimostrato evidenti miglioramenti nel difendere in avanti, uniti a un senso tattico importante e a un’intesa con Brozovic molto rodata - basti pensare alla cintura difensiva che i due hanno formato nell’Inter di Pioli, o nella prima parte stagione di Spalletti, quando le ultime vittorie decisive nella corsa alla UCL sono arrivate proprio con quel binomio a centrocampo.
In un'Inter che si sta modellando attorno ai suoi leader tecnici, non va sottovalutato il ruolo del resto degli ingranaggi del meccanismo di Conte che, se mossi tutti insieme, possono riportare il livello di gioco alle gare contro il Barcellona e la Sampdoria, uno dei punti qualitativi più alti dell'era contiana. È per questo che non sarà fondamentale solo scegliere gli acquisti saggiamente, ma anche ponderare quali dei giocatori presenti in rosa possono effettivamente fare quel salto di qualità che Conte richiede per primeggiare in Italia e in Europa. E Gagliardini, secondo le idee di tecnico e società, rientra a pieno titolo in questa categoria.
DUALISMO - Nell’ottica del rinnovamento contiano, Gagliardini rappresenta un ibrido adatto alle idee di calcio del tecnico. Nell’idea dei tifosi, esiste un dualismo evidente tra il centrocampista italiano e Matias Vecino: l’uruguagio dalle prestazioni ondivaghe, si è fatto ricordare per esserci stato nei momenti più simbolici della storia recente dell’Inter. Come se avesse un radar per alzare le prestazioni nel momento di maggior importanza; il problema di Vecino, oltre a una tendenza agli infortuni che lo portano spesso a perdere il ritmo partita, è la poca capacità di adattarsi ai ritmi di gioco diversi dal suo standard.
Le sue avanzate palla al piede e la sua capacità d’inserimento ne hanno fatto un centrocampista ariete in grado di essere funzionale al centrocampo di Conte che nei momenti di difficoltà di questa stagione l’ha sfruttato per uscire dalle secche, spesso preferendolo a Eriksen e al rientrante Sensi. Dall’anno prossimo, la musica dovrebbe cambiare e il centrocampista danese - insieme alla sua controparte italiana, Sensi - prenderanno il proscenio nella metà campo interista, quindi tutte le rotazioni potrebbero rivoluzionarsi.
IMPORTANTE - Con una paventata cessione di Vecino già a gennaio e diventata sempre più probabile nel mercato estivo, il ruolo di Gagliardini diventerebbe di fondamentale importanza per diversificare l’offerta nerazzurra: alla tecnica dei sopracitati Eriksen e Sensi, al dinamismo di Barella, alla polivalenza di Brozovic, Gagliardini dovrebbe aggiungere quella fisicità e quell’intelligenza tattica che hanno convinto l’Inter a puntare su di lui e che i tifosi interisti hanno ammirato in diversi momenti delle stagioni passate. Negli ultimi anni ha preso anche il vizio del gol, grazie anche al lavoro d’inserimento perpetrato con Spalletti, qualità che non guasta mai nel centrocampo di Conte.
Quest’anno ha avuto degli infortuni decisamente particolari, ma nelle 12 partite che ha giocato in Serie A con lui, l’Inter ha quasi sempre vinto: 9 vittorie, due pareggi e una sola sconfitta, allo Stadium in quell’assurda gara con la Juventus di fine febbraio. Andando a scandagliare la stagione, la gara simbolo del futuro di Gagliardini potrebbe essere Inter-Borussia Dortmund dei gironi di Champions League, vinta a San Siro 2-0 nell’ottobre del 2019.
Una partita in cui i mattatori sono stati Lautaro Martinez e Candreva che hanno affossato la squadra tedesca con due perle d’autore. Tutta l’Inter ha fornito una prestazione coesa, compatta, in cui Gagliardini ha fatto la differenza brillando nelle piccole cose. Con i suoi 188 centimetri ha dato una mano a sovrastare i centrocampisti avversari, inframmezzando spesso le loro trame di gioco e aiutando l’Inter a trasformare il suo effort difensivo in potenziale offensivo. Ha pulito molte azioni e ha lottato corpo a corpo con gli avversari per il recupero di palloni vitali.
Ci sono stati dei momenti in cui Gagliardini sembrava sul punto di poter lasciare l’Inter. Le offerte non sono mai mancate (recente l'interessamento dell'Atalanta, che l'ha lanciato in A), ma i segnali che arrivano tendono a voler valorizzare il suo apporto sul campo e nello spogliatoio. Questa lunga pausa è servita a rimettere in forze il centrocampista bergamasco, che si è messo alle spalle gli infortuni ed è pronto a entrare nelle rotazioni di Conte nella squadra in evoluzione. Con Spalletti era atteso al definitivo salto di qualità, il tecnico salentino lo aspetta e punta su di lui in questo finale di stagione: quali saranno le prossime tappe di Gagliardini?
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