Giacomelli si prende le prime pagine, ma sono Giua e Calvarese a far danni. Var depotenziato? I punti già pesano
Giornata nera per gli arbitri, con Giua e Giacomelli in particolare sul banco degli imputati. Ma se ai fatti di Napoli-Atalanta viene dato ampissimo risalto, non altrettanto si può dire di quanto accaduto in Juventus-Genoa. Andiamo con ordine.
Al San Paolo, nell'azione che porta al definitivo 2-2 di Ilicic, i partenopei protestano per un presunto fallo di Kjaer su Llorente in area bergamasca. Il danese marca in maniera sconsiderata lo spagnolo e in diretta sembra rigore tutta la vita. In realtà, dal replay si apprezza come sia il basco a commettere fallo ancor prima del tentato placcaggio di Kjaer. Insomma, alla fine della fiera, lasciar correre è la decisione giusta, sebbene dare uno sguardo al monitor sarebbe servito a stemperare gli animi resi comprensibilmente incandescenti vista la concatenazione di eventi.
Di ben altro spessore la direzione di gara di Giua all'Allianz Stadium. Il giovane fischietto di Olbia condiziona pesantemente la gara con scelte scellerate. A inizio ripresa, espelle per doppio giallo Cassata, reo di aver trattenuto Dybala: fallo da fischiare, ma sanzione del tutto esagerata. Il genoano pizzica appena la maglia dell'argentino che, ostacolato, arresta la corsa e chiede l'ammonizione (ma non era da giallo anche questo atteggiamento?). Il Genoa continua a giocare come se nulla fosse, soffre il minimo sindacale e all'87' anche la Juve resta in dieci per il doppio giallo a Rabiot (sacrosanto). Dopo un minuto, altra topica di Giua: Bentancur, già ammonito al 28', rifila un calcio a un avversario rossoblu che stava ripartendo in azione pericolosa: fallo tattico chiaro, ma il secondo giallo non arriva. Infine, la terza 'perla': Ronaldo, al 94', viene sfiorato sul parastinchi da Sanabria, fa un passo e cade in maniera innaturale, avvitandosi su se stesso e trascinando le gambe in chiaro segno di simulazione. Le moviole ci raccontano che "Ronaldo si lascia andare, ma il tocco c'è". Il tocco c'è? Nel gioco del calcio, sport di contatto, non significa nulla. Vale l'intensità del tocco, non se questo ci sia o meno. Altrimenti ogni tocco sarebbe un fallo, come ad esempio quello di Cuadrado di ieri sera su Gümüs negli istanti finali di gara in area bianconera. Follia. Non era rigore quello su Immobile contro l'Atalanta e non è rigore questo su Ronaldo, che però se ne infischia e segna il definitivo 2-1, rilanciando i suoi in vetta alla classifica.
Sono passate 10 giornate e sono stati già troppi i casi arbitrali. Taluni inaccettabili in regima di Var. Assurdo il rosso a Fazio in Roma-Udinese, ad esempio, sempre ieri sera. E anche nello scorso turno le cose non erano andate meglio, con il gol della Lazio a Firenze viziato da un fallo di Lukaku su Sottil e il pessimo arbitraggio di Chiffi in Inter-Parma. Punti pesanti, anche se siamo solo a fine ottobre. Punti che alla fine potrebbero fare tutta la differenza del mondo. La sensazione sgradevole è che si stia andando nella direzione di depotenziare la Var in favore delle scelte di campo, anche ove queste risultino palesemente errate. Ad esempio, due anni fa, il Var intervenne sul contatto tra Caicedo e Pezzella che diede alla Fiorentina il pari all'Olimpico contro la Lazio. Un intervento falloso del tutto simile a quello avvenuto tra Darmian e Biraghi in Inter-Parma, sul quale Chiffi non è intervenuto e Calvarese ha fatto spallucce davanti al monitor. Lo stesso Calvarese che era presente ieri all'Allianz Stadium sempre in sala Var. Malissimo.
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