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Giusto affidarsi ai soliti noti, ma un po' di turn over è necessario

di Fabio Costantino

Indubbiamente la grande prestazione di Londra ha richiesto un surplus energetico che contro il Palermo si è fatto sentire. L’Inter scesa in campo al Barbera non ha replicato la stessa prestazione dello Stamford Bridge, ma era quasi fisiologico sacrificare il campionato per la qualificazione in Europa. Per quanto non manchino le alternative nella rosa nerazzurra, è appurato che Mourinho preferisca non snaturare, almeno nei nomi in campo, la sua Inter. Anche a costo di chiedergli degli straordinari. Per questo gli unici volti nuovi dell’undici nerazzurro erano Stankovic e il rientrante Santon, tornato protagonista dopo la trasferta di Napoli. Per entrambi, però, quasi avessero giocato 90 minuti a Londra, una prestazione opaca che ha imposto a Mourinho il loro sacrificio, con l’obiettivo di ripresentare, tatticamente, la squadra vincitrice in coppa. Ma il Palermo, per nulla spaventato dall’ingresso di Pandev e Thiago Motta, simboli di un’Inter a trazione anteriore, si è difeso con ordine e ha fatto muro nella propria area di rigore, puntando tutto sulle ripartenze di Miccoli e Cavani. Una strategia che ha pagato, impedendo alla squadra nerazzurra di creare occasioni da gol e costringendola a mantenere uno stucchevole possesso del pallone, alla vana ricerca di pertugi nella difesa rosanero.

Sneijder è stato l’epicentro del gioco interista, ma se intorno non vede muoversi alcun compagno anche lui ha poco da inventare. Stanchezza sì, ma anche svogliatezza da parte di qualche giocatore, forse arrivato scarico mentalmente al Barbera. Uno scotto da pagare, ma che rischia seriamente di danneggiare ulteriormente la corsa scudetto, con la Roma nuovamente a -4 e il Milan in rampa di lancio per il sorpasso in vetta alla classifica. Chiaramente, con le altre 8 partite che attendono l’Inter da qui al 17 aprile, capiterà più di una volta di vedere emergere la stanchezza nelle gambe dei nerazzurri, quindi un po’ di turn over sarebbe gradito. Ma non è facile convincere Mourinho a fare a meno dei suoi preferiti. L’alternativa? Giocare con maggiore oculatezza, cercando di affrontare ogni avversario dosando le forze, ma non per questo rassegnandosi a pareggi che alla lunga rischiano di costare caro. A Palermo l’1-1 è un buon risultato, perché conquistato con la quarta in classifica, riposata più dell’Inter e sempre vincente tra le mura amiche da quando è arrivato Delio Rossi al posto di Zenga. Inoltre, l’Inter ha costretto i rosanero a difendersi fino al termine del match, concedendo solo qualche contropiede. Sintomo che, pur mancando brillantezza, i nerazzurri hanno la testa giusta per cercare di vincere ogni partita. Sperando che le gambe, e magari un po’ di fortuna, li sostengano.


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