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Guarin a 360°: "Il no alla Juve, ecco perché l'Inter. Razzismo? Penso..."

di Daniele Alfieri

"Abbiamo una buona squadra, ma non possiamo negare che altri club come il Napoli e la Juve si siano rinforzati parecchio, anche la Fiorentina e lo stesso Milan". Parla così Fredy Guarin in un'intervista concessa alla colombiana Revista Bocas. Il centrocampista dell'Inter tocca svariati argomenti, dal razzismo negli stadi in Italia alla sua propensione al gol. Prima però, una domanda secca su Erick Thohir: "Come giocatore devo dare il massimo per la mia squadra. Degli altri argomenti ne parlano il mister e la dirigenza. Se servono rinforzi? Dovessero arrivare giocatori forti che possano aiutarci saranno i benvenuti, ma parliamo d'altro", ribatte il numero 13 nerazzurro.

Guarin e il rapporto con i gol: "Ogni calciatore sogna di fare tanti gol. Non ha importanza il ruolo in campo, il gol è l'essenza di questo sport. Io non segno tanto, però quando nacque mia figlia Danna volevo dedicargliene uno, così ne arrivarono altri. Soprattutto gol importanti, e alla fine il Porto vinse il titolo in un anno indimenticabile. Ora spero di continuare su questra strada con l'Inter e in Nazionale". Tra le reti del colombiano quella al Maritimo nel 2011, premiata come miglior gol d'Europa: "Sì, fu una grande gioia e un passo importante per la mia carriera. Neanch'io potevo crederci. È stato emozionante, ho tirato e ho visto la traiettoria che prendeva una curva impressionante. È raro assistere a questo genere di gol. Ero felice perché sapevo che quella rete rallegrava tante persone. Ricordo ancora il sorriso dei miei compagni quando si sono avvicinati a festeggiare con me. È il tipo di gol che apre molte porte. Quella dell'Inter? Arrivarono parecchie proposte, fra tutte anche quella della Juve, ma io scelsi di venire qui. In quel momento pensavo a ciò che mi conveniva sia dal punto di vista economico sia da quello sportivo. Il mio obiettivo primario è assicurare un futuro alla mia famiglia. L'amore della maglia arriva dopo e all'Inter mi hanno accolto bene e mi hanno dato fiducia. Qui stanno attenti a tutti i dettagli ed è così che nasce la simpatia per una squadra".

Capitolo razzismo negli stadi italiani: "È molto difficile accettare quegli insulti, siamo uomini e abbiamo il nostro carattere. A me non condizionano molto, ci passo sopra sapendo che arrivano da persone stupide. Ho lottato per ottenere ciò che ho e non voglio abbassare la testa, ma in campo rappresento l'Inter e devo comportarmi come un giocatore dell'Inter. A me sino ad oggi non ha mai insultato nessuno, però ho visto compagni soffrire per questi episodi. Le persone che insultano non pensano che il giocatore abbia dei figli e una famiglia che possano risentirne. Ma la cosa assurda è che chi insulta per il colore della pelle ha giocatori di colore nella propria squadra! Perché ci insultano? Portiamo spettacolo al calcio europeo. La risposta migliore nei confronti di questi ignoranti è l'indifferenza. Non lascerò mai il campo perché sono un professionista, ma capirei qualunque reazione da parte di un compagno e gli darei il mio sostegno".

Cosa passa nella mente di un giocatore quando sa di non dover partire titolare? "Nel mio caso - spiega Guarin - ho provato delusione e amarezza, ma non ho mai dubitato delle mie qualità e ho sempre ricevuto il supporto della mia famiglia e anche la forza dal mio passato e dalla mia infanzia ricca di sogni. Sapere che mio figlio sarà felice se segno mi dà una spinta in più nel lottare. Il mio segreto è mantenere un atteggiamento positivo senza dimenticare i brutti momenti anche quando le cose vanno bene. Uno deve ricordare dove è stato per sapere dov'è adesso".

Differenze fra Inter e Nazionale: "Io do sempre il massimo, so che il mio rendimento in squadra è quello che mi porta in Selección. Però la sensazione di giocare in Nazionale è un'altra, è una gioia totale perché ti trovi in una famiglia che è il tuo Paese, la tua gente. Le emozioni sono enormi e adesso che stiamo per qualificarci al Mondiale non riesco a definirle. Rappresentare la Colombia per me è tutto. Il mio Paese preferito dopo la Colombia? Gli Stati Uniti. Ci sono stato varie volte in vacanza con la mia famiglia, mi piace il modo in cui vivono los gringos".

Guarin e il successo: "L'umiltà l'ho imparata da bambino e chi mi conosce sa che ho guadagnato con tanti sforzi ciò che adesso possiedo. La possibilità di dimostrare il mio talento al mondo non cambia la mia essenza né le mie idee. I miei amici in Europa? Nel Porto avevo Falcao e James Rodriguez. Eravamo davvero uniti fuori dal campo. In Italia fortunatamente giocano tanti compagni di Nazionale".

Nessun dubbio sui suoi prossimi obiettivi: "Aiutare l'Inter nel disputare una grande stagione e lottare per lo scudetto. E con la Nazionale qualificarci al Mondiale e giocarlo al meglio. Cosa farò una volta terminata la mia carriera? Andrò a vivere con la mia famiglia in un bel posto, mi godrò i miei familiari e tutto ciò che mi piace. Mi piacerebbe vivere negli Stati Uniti - dice Guarin -, più precisamente in Florida, è un posto che adoro. Lì la vita è felice e tranquilla".


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