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Guarin: "Restare all'Inter un segno del destino. Sul 4° posto e la UCL dico..."

di Christian Liotta

Presto rinnoverà il suo contratto con l’Inter, ma a gennaio è stato vicino a lasciare i nerazzurri. Questa sera Fredy Guarin ha parlato a Inter Channel nel corso di “Inter Nos”. Ecco le parole del colombiano sulla sua “nuova” avventura all’Inter e non solo:

Gol in rovesciata col Torino indimenticabile? 
"Non esce nemmeno dalla mia testa, con l’esultanza da playstation”. 

Stagione in corso?
"Non mi sono fatto mancare nulla, è una stagione lunga stiamo remando pian piano. Intensa? Vivo tutto con passione al cento per cento. Hernanes dice che le possiamo vincere tutte? Anche io”.

Soprannome, Fredy o Guaro? 
"Guaro me lo dice chi mi conosce meglio”. 

Cosa devi migliorare?
"Devo migliorare tante cose, una è la continuità in campo. Voglio fare tutta la partita fino alla fine a un ritmo alto e concentrato”. 

Quante emozioni a San Siro? 
"Sono sempre positive, con la gente che, anche se le cose non vanno bene, dà grande forza e emozione. Il brusio richiama la concentrazione? Per me è una motivazione in più. Quando abbiamo bisogno della forza positiva dei tifosi ce la devono mettere, dà grane fiducia in campo. Ovvio che non siano contenti di ogni giocata. Anche io faccio delle critiche quando vado a vedere i Millionarios”.

Le squadre passate? 
"Rimango legato alla squadra dove ho giocato in Colombia, ho tanti amici e spero sempre che vincano. Momento migliore della carriera? Ce ne sono tanti, al Porto quando abbiamo vinto la Europa League. Quello è stato un momento indimenticabile, era una competizione importanti. Io avevo iniziato in panchina e poi ho lavorato e sono rientrato tra i titolari. Ho fatto l’assist per Falcao nella gara decisiva, ero con lui e James Rosriguez, i connazionali. Se torno speso a Oporto? E’ tanto che non vado, da quando sono arrivato all’Inter ci sono stato 2 volte. Ho tanti amici lì, anche mio figlio”.

Lo scambio con Vucinic non è andato a buon fine.
"E’ stato un segnale importante del destino. E’ la seconda volta che mi è capitato di poter andare a Torino da quando sono arrivato. Io pensavo che fosse strano che capitasse due volte senza andare davvero. Ma ora sono qui e penso all’Inter, non penso al passato. Nessuna contestazione dei tifosi in quel momento? Quando le cose si fanno con il cuore, la gente capisce. Loro sanno quello che penso, lo vedono. In campo si vede se non ho voglia, lo stesso vale se sono felice. Il campo è l’unico modo per dimostrare tutto”.

Perché il numero 13? 
"E’ quello che piaceva tanto a mio padre da sempre. In Nazionale fin da giovane lo ho utilizzato”.

Quanta strada farà la Colombia al Mondiale? 
"Spero di arrivare più lontano possibile, penso che sia stata una qualificazione importante. Siamo riusciti ad alzare il livello, ciascun giocatore, al Mondiale arriviamo con un livello importante. Abbiamo grosse responsabilità, vogliamo andare lontano. La pressione? E’ più la voglia di arrivare fino in fondo, un desiderio che abbiamo. In Colombia sono 16 anni senza Mondiali, c’è grande rabbia per i precedenti, ora hanno grande fiducia in noi”.

Il giocatore a cui ti ispiri?
"Ho avuto due giocatori come idoli: Patrick Viera e Ronaldo il Fenomeno. Per me lui è sempre stato la vera ispirazione, come per mio fratello, per tutto quello che ha fatto”. 

Milano?
"Milano mi piace tanto, anche alla mia famiglia. E’ importante quello, che loro stiano bene. Io penso al calcio, sono felice. Uso ancora il navigatore (ride ndr). Musica? Ascolto di tutto, forse più il reggeton. Mi difendo anche come ballerino (ride ndr). Mi vedo a ballare la salsa". 

Il compagno di stanza?
"Vado d'accordo con tutti i miei compagni. Adesso il mio compagno di stanza è Mauro Icardi e in stanza abbiamo sempre la musica fino a che non andiamo a dormire, ma sto tanto anche con Palacio, Jonathan, Ranocchia".

Dormi bene la notte prima di una gara importante?
"Se ci penso troppo non riesco a dormire subito. A che cosa si pensa? Al video che abbiamo visto sui nostri avversari, al giocatore che mi troverò di fronte e sempre, ma dico sempre, si immagina il prossimo gol e che cosa faresti quando ti arriva la palla".

Cosa serve per avere continuità? 
"Serve continuità nei risultati, sappiamo che stiamo giocando bene e stiamo trovando risultati importanti. Penso che dobbiamo mettere ancora più attenzione nei dettagli. Una partita giocata meglio? Con la Fiorentina e col Cagliari, nel pareggio.

Con Hernanes più tranquillo e migliorato?  
"Quando ci sono due o tre giocatori che fanno giocate importanti è meglio per la squadra. Più giocatori che si prendono responsabilità”.

La tua scommessa è diventare un leader? 
“Lo si diventa giorno dopo giorno, in campo ma anche fuori. Penso che conti anche la personalità, l’uomo è importante per essere leader”. 

Il gol più bello? 
"Uno al Porto e uno da piccolo sui 17 anni nel Sudamericano contro il Brasilia. La rovesciata a Pinzolo? Bellissimo, ma non lo ha visto nessuno". 

Altri sport praticati? 
"Solo il calcio. Idoli negli altri sport? Federer, è il più forte, ma io non gioco a tennis. Nello sport lui fa vedere la sua personalità, mi piace vedere quello nello sport, nei gesti. Poi guardo i film di Will Smith”. 

Ruolo preferito? 
"Quello in cui sto giocando ora, interno a centrocampo a destra o sinistra”.

Buon traguardo arrivare quarti? 
“Sarebbe un piazzamento importante, visto quello che abbiamo fatto quest’anno e lo scorso, e anche quello che vogliamo fare il prossimo. Speriamo di arrivare in fondo in quella posizione. La Champions mi piace molto e mi manca. E’ la competizione che motiva di più un giocatore, per poterla vincere". 

Poi c’ è un botta e risposta:
"Se non avessi fatto il calciatore? Non lo so. A Scuola? Non sono uno studioso, ma i miei figli devono studiare. Ruolo in campo di mio figlio? O in attacco o dietro. Compagno con cui ho legato di più? Falcao e James Rodriguez. L’infortunio di Falcao? E’ stato durissimo, non me lo aspettavo quando ha fatto gli esami. Attendeva il risultato con angoscia. Lo ho visto. Paura di volare? Non ho paura dell’aereo, diciamo normale. Cos’è la passione? E’ vivere ogni momento al 100%, ogni cosa al massimo. Cosa chiederei ai giornalisti? Perché invece di fare una critica che fa male alla persona non farne una costruttiva. Punto debole? Ce l’ho ma non lo dico. Punto di forza? La stima della gente mi dà forza. Se so cucinare? Sì, ma non bene. Mi piace molto il risotto, di quelli italiani. Scaramantico? Un po’ sì. Il giocatore più forte al mondo? Adesso Cristiano Ronaldo. Primo pensiero al mattino? Ringrazio Dio e penso a quello che mi chiede mia figlia, ce l’ho subito al fianco (ride ndr). Cosa mi viene in mente se sento Inter? Un sogno. Come finisce la stagione? Bene, ho fiducia". 
 

 

 


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