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Guarin: "Tifo sempre per l'Inter, vorrei tornare a San Siro. Mi rivedo in Barella, uno che mangia l'erba"

di Christian Liotta

Fredy Guarin torna a dire la sua. Il centrocampista colombiano, che ha vestito la maglia dell'Inter dal 2012 al 2016 e che nel 2015 ha deciso con un suo gol un derby contro il Milan, si racconta alla Gazzetta dello Sport. Da Miami, dove attualmente risiede, il Guaro ricorda in primo luogo il momento della rete segnata ai rossoneri: "Il boato di San Siro. Io, un ragazzo colombiano cresciuto coi nerazzurri nel cuore, che fulmino Diego Lopez e regalo tre punti alla mia squadra. Quei colori sono stati la mia vita, ne sono ancora innamorato”. Il colombiano racconta poi la sua lotta contro l'abuso di alcool: "Lavoro ogni giorno per scacciare quei fantasmi, ma sto tornando quello di sempre. Dopo aver smesso di giocare nel 2021 ho iniziato un viaggio difficile, ho preso bivi sbagliati e mi sono consumato con l’alcool. Non ho avuto limiti per molto tempo. Mi sono logorato l’anima, ma quando ho capito che stavo perdendo il controllo ho detto ‘basta’. Vittoria definitiva? L'alcool sarà sempre un avversario tosto da dribblare, mettiamola così. Uno di quelli che proverà sempre a mettermi in difficoltà, ma sto lavorando su me stesso, sulla mia nuova vita e sulla mia salute. Tutto per i miei figli e per chi mi sta accanto”.

Anche contando sull'aiuto del suo amico Javier Zanetti: "Un esempio. Il bello è che tutt’oggi, a distanza di un decennio, mantiene sempre quel maledetto ciuffo di lato, mai scomposto. Sono sicuro che quando avrà cent’anni sarà uguale. Fu il primo ad accogliermi quando arrivai in Italia". Parlando dell'attualità e della sfida di questa sera, Guarin risponde ad una serie di domande:  "Inter-Milan ferma l’Italia. Ho ancora diversi amici nerazzurri e rossoneri. Milano mi è rimasta nel cuore”. Ma pensa che avrebbe trovato spazio nel centrocampo attuale dell'Inter? "Boh... Forse sì dai. Loro tre, comunque, sono dei fenomeni. Hakan Calhanoglu è uno che ti fa dire ‘mamma mia, tanta roba’. Gioca un calcio libero e geniale, ma il mio preferito è Nicolò Barella. Se mi rivedo in lui? Tecnicamente siamo diversi, ma dal punto di vista del cuore e della grinta sì. Non molla un filo d’erba, anzi, se la mangia”.

Lautaro è da Pallone d’Oro?
“Può ambire a vincerlo. È un leader nato e un ottimo capitano. Lui e Thuram stanno facendo cose straordinarie”.

E di Inzaghi cosa la intriga?
“La sua capacità di tenere il gruppo sul pezzo. Ha costruito una squadra vincente partendo dall’alchimia tra i giocatori. Con lui dai il massimo anche se stai in panchina. Così si vincono gli scudetti”.

Chiosa con pronostico su stasera.
"Vincerà l’Inter, è ovvio. La seguo sempre e tifo per il ventunesimo scudetto. È la squadra più forte d’Italia. Vorrei tornare a San Siro e salutare i tifosi. Mi mancano, e spero sia lo stesso anche per loro".

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