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Guarin, un momento no: Strama lo difende ma oggi c'è chi è più utile

di Fabio Costantino

Che succede a Fredy Guarin? Se lo chiedono in tanti, soprattutto i tifosi nerazzurri che in lui, dopo averlo visto in campo nel finale dello scorso campionato, hanno individuato il cardine del centrocampo dell’Inter presente e futura. Non a caso la società su di lui ha investito una cifra importante, circa 13 milioni di euro. Ma dal gol meraviglioso in Europa League contro il Vaslui, il colombiano ha subito un calo vistoso che, complice anche il cambio di modulo operato da Stramaccioni, lo ha visto rallentare e perdere posizioni nella gerarchia della rosa nerazzurra. Finora, per il giocatore classe 1986, poco più di mille minuti in campo, per un totale di 15 partite complessive ae una media di 70 minuti. Non certo numeri da titolarissimo. A Bologna non è neanche sceso in campo, prima volta per lui in questa stagione.

“Sono convinto che lui sarà in prospettiva il centrocampista con più margini di miglioramento. Io ci ho puntato come tutta la società. Non ho tanta esperienza, ma ne ho abbastanza per sapere che nell'arco della stagione non si può essere sempre al top. Ci può stare che Fredy non abbia prodotto prestazioni alla Guarin, ma non è mai andato al di sotto della sufficienza. Non si può essere sempre decisivi, specialmente un centrocampista”. Oggi Stramaccioni, in conferenza stampa, ha difeso a spada tratta il colombiano, che lui stesso però ha alquanto accantonato. Eppure la fiducia nelle sue qualità permane, anche se in questo momento non può essere considerato fondamentale per il progetto tattico nerazzurro. Resta comunque un elemento di grande caratura, che alla lunga potrà dare un contributo importante alla causa. L’importante è che oltre alla società, che per lui ha fatto un sacrificio, ne sia convinto anche Stramaccioni.

Ma come si spiega questa parabola discendente, che ha visto lentamente sparire dall’undici titolare uno dei giocatori più quotati a inizio stagione? Di certo su Guarin hanno pesato le varie convocazioni in nazionale, i voli transoceanici che talvolta scombussolano mentalmente e fisicamente. C’è chi li patisce più di altri e il centrocampista di Puerto Boyacà non fugge alla regola. Sotto tono dal punto di vista fisico e con qualche atteggiamento troppo narcisistico, si è visto così scavalcare da colleghi di reparto più concreti e affidabili, anche se meno dotati tecnicamente.Il cambio di modulo ha fatto il resto: in un 3-4-1-2 o 3-4-3, è difficile che Strama gli affidi uno dei due posti di centrocampo per la sua scarsa attitudine alla fase d interdizione. Un rischio tattico che l’allenatore non vuole prendersi. Per il colombiano dunque non resta che un posto, in posizione avanzata, nel 3-5-2 classico, ma con il ritorno di Sneijder e Coutinho avrà una concorrenza spietata da affrontare.

Le partite sono tante e le occasioni per giocare non mancheranno, ma Guarin deve cercare di ritrovare la strada abbandonata nell’ultimo mese. Sarebbe assurdo considerarlo un semplice rincalzo, alla luce anche del suo valore di mercato, ma Stramaccioni all’altare dell’equilibrio è disposto a sacrificare anche il colombiano. L’Inter prima di tutto, poi sarà il diretto interessato a convincere il proprio allenatore di meritarsi il posto da titolare che gli sarebbe spettato di diritto. Se Mudingayi e Gargano avranno più chance di lui sarà solo per lo spirito di sacrificio e per la corsa che entrambi garantiscono, fondamentali nell’Inter operaia di oggi. Guarin ha ampi margini di miglioramento, lo sostiene chi ha imparato a conoscerlo giorno dopo giorno, e la fiducia in lui rimane solida. Ma nell’Inter di oggi i fiorettisti abbondano e a centrocampo serve gente che sappia usare anche la sciabola. La meritocrazia è alla base di tutto, insomma.


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