Guida anagrammico, via al Piano B. Miranda come David Luiz, il 'Meazza' è un pollaio. E Genovese s'ispira
Finché ci sono punti in palio bisogna crederci. Questo il mantra di Mancini nelle ultime settimane in cui, in virtù di un'evidente ripresa della sua squadra, coltivava il sogno di rimonta alla Roma per il terzo posto. Il calendario mette ancora a disposizione 21 punti, ma gli 8 di disavanzo dai giallorossi paiono francamente incolmabili. E sotto gli occhi di Thohir e Moratti naufraga il Piano A aziendale che prevedeva il ritorno dell'Inter in Champions League. Evidentemente Sarri non ha tutti i torti quando sostiene che giocare dopo chi ti sta davanti trasmette eccessiva pressione. L'ha pagato il Napoli all'ora di pranzo, ha fatto altrettanto la squadra nerazzurra in serata. Pazienza, è il momento di iniziare a programmare il futuro, con le idee purtroppo più chiare che mai.
PROFONDO ROSSO – Se quello di bilancio non fosse stato sufficiente, ecco che anche in campo l'Inter decide di puntare sul rosso. Stavolta con una sgradevole doppietta che lascia i nerazzurri in 9 e costa una dolorosa e inattesa sconfitta interna contro il Torino privo di Glik e Immobile. Facile assegnare delle responsabilità su entrambe le espulsioni (quota 9 in questo campionato...). Quella di Miranda spetta tutta al capitano della Seleçao che, dopo aver bacchettato David Luiz per le ingenuità in nazionale, indossa idealmente una parrucca riccioluta e fa altrettanto in maglia nerazzurra, rimediando due cartellini gialli che gridano vendetta. Un errore che piccona l'immagine di solidità che il brasiliano aveva garantito da sempre ma che può essere archiviata come incidente di percorso. È invece un tamponamento a catena quello che manda Nagatomo a fare compagnia a Miranda prima del fischio finale: Belotti simula, Guida non vede bene e Valeri lo convince che c'è fallo: game, set and match Toro.
IL POLLAIO DEL 'MEAZZA' - Con un pitbull in campo e uno in panchina, sarebbe stato lecito attendersi una fuga a zampe levate di galli e galline. Invece Belotti ('Gallo') e Maxi Lopez ('Gallina'), dopo un primo tempo di cauta osservazione, capiscono che il 'Meazza' può diventare un gran bel pollaio e iniziano a beccare qua e là. I due attaccanti, nella ripresa, si ergono a protagonisti della rimonta granata, con quello platinato che, dopo aver ispirato i fischi dei tifosi di casa, fa altrettanto con le reti del Torino. L'ex Palermo poi guadagna due espulsioni e si toglie lo sfizio di mandare Handanovic a farfalle dal dischetto.
GUIDA? NO, GIUDA – Non aveva mai conosciuto l'onta della sconfitta l'Inter nei 10 precedenti diretti da Marco Guida. Una sorta di talismano, anche se puramente statistico, per i colori nerazzurri. E per lo stesso Torino che dopo una falsa partenza al primo incontro vantava 5 risultati utili consecutivi con questo arbitro. Insomma, la tavola sembrava apparecchiata per un salomonico pareggio, statistiche alla mano. Eppure l'arbitro di Torre Annunziata, dopo averla illusa concedendo un rigore generoso in avvio, tradisce (come Giuda, che sarebbe l'anagramma) l'Inter lasciandola prima in dieci (giustamente), poi in 9 con penalty avverso e cervellotico, chiudendo in pratica la contesa in anticipo. Il rosso a Nagatomo e il match point regalato a Belotti, decisi di comune accordo con Valeri, chiudono in anticipo le residue velleità Champions dei nerazzurri.
IMMATURI 3 - Paolo Genovese sarebbe orgoglioso di Maxi e Mauro, che tra l'ennesima finta di mano e una dichiarazione piccata a caldo sul tema dell'ignoranza sarebbero i protagonisti perfetti del terzo capitolo di 'Immaturi'. Il più carico, neanche a dirlo, è Lopez, che inizia il suo solito show negando il cinque a Icardi e 'ravanando' per contro nelle parti basse, per poi stringere la mano a Palacio (ah, se el Trenza sapesse...). A partita in corso, poi, rifila un calcetto malizioso a Handanovic e una manata a Medel, neanche dovesse scaricare la tensione in attesa di incrociare il vero obiettivo. Che, dal canto suo, replica segnando dal dischetto. La sceneggiatura della serata però riserva dei colpi di scena: Mauro e compagni perdono vanno in tilt e Maxi e compagni ribaltano il loro destino. E la vendetta, quella sportiva, è servita su un piatto d'argento.