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Hall of Fame Inter - Zenga, Zanetti, Matthäus e Ronaldo i primi a entrare nel gotha nerazzurro

di Christian Liotta

La serata della festa per i 110 anni dell'Inter è anche quella dei primi ingressi nella Hall of Fame nerazzurra, decretati durante l'evento all'Hangar Bicocca. Il primo a ricevere l'onore di mettere il proprio nome nella gloria imperitura del club è il portiere Walter Zenga: "Per me il portiere deve essere carismatico ed avere una forza notevole. Il portiere poi è strano, vorrebbe fare 20 parate a partita ma è un controsenso perché vorrebbe dire che la squadra avversaria gioca meglio. Ma fare il portiere dell'Inter per me è un sogno di bambino che si avvera, perché ho fatto tutte le giovanili dell'Inter. Questa è un'emozione unica. Francesco Toldo e Gianluca Pagliuca hanno fatto tanto, hanno onorato la maglia e divido il premio con loro", le sue parole sul palco. Zenga parla anche del suo ruolo di allenatore rivelando un aneddoto legato a Luciano Spalletti: "Lo incontrai quando allenava l'Empoli e io giocavo nel Padova; vincemmo noi di fortuna e gli dissi: 'Mister, tanta roba... andrete in Serie A, vero?'". 

Tocca poi al primo difensore, premio consegnato dall'architetto Stefano Boeri: a vincere è Javier Zanetti. Queste le sue parole sul palco: "Per me è una grande emozione ricevere questo premio, vedendo gli altri nomi in lista come Facchetti che per me è sempre un punto di riferimento. La storia dell'Inter è fatta di grandissimi difensori, come anche Armando Picchi. Ricevere questo premio per me è speciale: sono arrivato da sconosciuto, la famiglia Moratti mi ha adottato e io mi sono innamorato dell'Inter da subito per il lato umano mostrato da questa società. Adesso sono papà di tre figli tutti italiani, questa è la nostra seconda casa. Non c'è cosa più bella di essere tifoso interista, lo sono stato soprattutto nelle difficoltà prima che poi arrivassero le vittorie. Mia moglie Paula è sempre stata importante per me, è venuta in Italia con me che doveva finire la scuola. Senza di lei non avrei mai fatto questa carriera". 

Tocca poi all'elezione del primo centrocampista, a spuntarla e a ricevere il premio dall'attrice Matilde Gioli è Lothar Matthäus. Che dopo essersi proposto come spasimante della Gioli commenta così il premio: "E' una cosa speciale, ho giocato 4 anni nell'Inter nel campionato migliore del mondo. Dico grazie a tutti, per me è stato un momento eccezionale. Sono stati gli anni più emozionanti della mia carriera. Ho fatto tutto per vincere all'Inter, avevamo una buona squadra e un grande allenatore, oltre a grandi giocatori, da Bergomi a Berti a Zenga. Quando torno a Milano e a San Siro per vedere la mia squadra giocare sono sempre contento. Sono arrivato in una squadra che funzionava tutta, questo è stato molto importante".

Ultimo riconoscimento per il primo attaccante, che sarà premiato da Bedy Moratti. Il vincitore è Ronaldo, accompagnato sul palco da Nicola Berti: "E' un grande onore essere qui, è emozionante. Ringrazio tutti quelli che hanno votato per me, ma soprattutto mio papà Massimo Moratti e tutta la sua famiglia per avermi portato all'Inter, dove sono diventato un Fenomeno come mi chiamano. Ringrazio anche Marco Tronchetti Provera e la Pirelli. Ho sentito tanti interisti parlare di sentimento e io lo condivido, perché nella mia epoca non bastava solo giocare bene. Abbiamo combattuto tutte le squadre e un sistema corrotto che abbiamo scoperto tutti. Ci meritavamo tante cose in più. Ringrazio le altre generazioni e Nicola Berti che mi ha sempre sostenuto quando sono arrivato in Italia, grazie a questa generazione sono diventato quello che sono, sono stati degli idoli. Altri mi guarderanno come riferimento, il calcio deve andare avanti così. Per me è stato la mia vita, grazie agli interisti che hanno pianto e gioito insieme a me, e che hanno sofferto nel momento dell'infortunio. Quel periodo mi ha fatto diventare forte, ho scoperto una forza che non sapevo di avere. Non sapevo se avrei recuperato, perciò quel periodo mi ha fatto scoprire una forza interiore molto grande, sono grato per la forza che mi hanno dato". 


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