Handanovic: "Un capitano deve essere giusto. Inter sempre favorita in casa, ma ricordiamo gli anni scorsi"
"Mi chiamano Batman, e il soprannome mi piace. Nasce tutto da un derby di cinque o sei anni fa". Così debutta Samir Handanovic, portiere e capitano dell'Inter, nel corso di un'intervista rilasciata al canale Youtube ufficiale della Serie A. Lo sloveno spiega come nasce la sua passione per il ruolo di portiere: "Deriva tutto da mio cugino Jasmin, di due anni più grande di me; andavo a vedere le sue partite. La passione nasce guardando lui". Poi, rivela quale deve essere la principale dote di un estremo difensore: "Un portiere non deve avere paura, anzi deve avere all'inizio un pizzico di follia perché tuffarsi e prendere non è da tutti".
Da quindici anni in Italia, Handanovic si considera ormai italiano: "Mi sento sloveno per la serietà e la cultura del lavoro, ma quando sono da solo penso in italiano. Non è che devo dire altro. Arrivare in Serie A era un sogno, all'inizio quando non sai bene la lingua e ti approcci ad una nuova realtà hai delle difficoltà. La mia fortuna era che Udine è molto vicina alla Slovenia, quindi potevo andare un giorno a casa e certe cose passavano". Samir ha una passione particolare, quella per gli scacchi: "Nasce dalla mia famiglia, dove c'è competizione in tutto. Dagli scacchi capisci che devi pensare 4-5 mosse in avanti cosa fare, e poi giochi e scopri sempre qualcosa di nuovo. Gioco anche a tempo, quindi devo pensare velocemente: anche questa per me è una forma di allenamento. Anche nel calcio ci sono molte cose degli scacchi, come le strategie per attaccare e difendere. Ci sono molte similitudini".
Handanovic viene poi invitato a scegliere quelle che secondo lui sono state le tre parate più belle mai compiute: "La prima contro il Bologna in campionato, su Robert Acquafresca; come bellezza di parata direi quella su Fabrizio Miccoli a Palermo e un'altra su Hakan Calhanoglu nel derby della scorsa stagione, quando tutti lisciarono il pallone su una punizione". Il numero uno interista parla poi del ruolo di capitano a lui affidato lo scorso febbraio: "Indossare la fascia da capitano è un onore è una responsabilità. Quando si è capitani, bisogna prendere delle decisioni a volte anche poco carine nei confronti di qualche giocatore ed essere giusto, che è la cosa più difficile".
In conclusione, un pensiero alla partita di domani contro il Parma: "In casa l'Inter è sempre favorita, ma l'esperienza degli anni scorsi dice che quando si pensava che le cose fossero facili abbiamo perso. Vediamo se abbiamo imparato qualcosa. Il Parma ha cambiato poco, ha sempre la stessa base di gioco con tre attaccanti veloci e agisce sulle ripartenze. Anche se poi in campo le cose possono essere sempre diverse".
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