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I 4 del '94: Kovacic, Pasa, Benassi, Mbaye. Il futuro ha un anno di nascita

di Christian Liotta

Il piano di Andrea Stramaccioni per la gara di ieri sera, a quanto pare, era chiaro e ha funzionato bene: a dispetto di tutte le critiche, Strama ha dovuto assecondare le urgenze del momento schierando almeno inizialmente gli uomini migliori, allo scopo ben preciso di provare a blindare il risultato subito per poi andare lisci e provare qualche esperimento nella ripresa. E’ andato quasi tutto bene, se escludiamo il problema occorso ad Andrea Ranocchia, ma nel complesso l’andamento della partita ha rispecchiato i desideri dell’allenatore: Fredy Guarin ha messo il  sigillo al match con la doppietta e allora Stramaccioni ha potuto pensare ad altro. Soprattutto, ha dato spazio meritato a tre ragazzi della Primavera, entrati tutti nella ripresa e tutti a loro modo protagonisti del match. Soprattutto, tutti accomunati da un dato in particolare: quello di essere nati tutti nel 1994, l’anno del Mondiale negli Usa, della tragica morte di Ayrton Senna durante il Gran Premio di San Marino a Imola, della nascita in Italia della Seconda Repubblica.

Il primo a scendere in campo è stato Marco Benassi, il ragazzo che tanto bene aveva fatto parlare di sé lo scorso mese quando fu gettato nella mischia, ma che poi è stato tenuto in naftalina subito dopo l’annuncio del riscatto dal Modena. Strama lo rispolvera e il ragazzo emiliano dimostra di non avere nemmeno un briciolo di ruggine. Di lui stupisce la tempestività negli inserimenti senza palla, il modo migliore per assecondare il gioco di Antonio Cassano. Questa caratteristica gli permette di arrivare per ben tre volte praticamente solo davanti al portiere del Cluj: alla prima viene fermato per off-side, alla seconda costringe Camora ad abbatterlo con conseguente espulsione, alla terza, in pieno recupero, capitalizza l’assist di FantAntonio e pianta in fondo alla porta la palla dello 0-3. Insomma, segnali importanti da parte di Benassi, che dimostra di avere qualità e grinta per poter restare e dire la sua in questo gruppo.

A gara in corso è entrato anche il figlio d’arte Simone Pasa: che non avrà il piedino fatato del padre Daniele, l’allievo prediletto di Zico, ma anche lui non difetta di personalità e voglia di fare. Lui che ormai sembra consegnato definitivamente al ruolo di difensore centrale per una sera è tornato a coprire il suo ruolo originario di centrocampista disimpegnandosi bene, e concedendosi anche il lusso di un numero spettacolare, un sombrero in mezzo a ben tre avversari. E nell’ultima mezz’ora, spazio anche a Ibrahima Mbaye: il difensore senegalese si fa piacere dando sfoggio soprattutto del proprio eclettismo lavorando, lui che ormai è un jolly difensivo a tutti gli effetti, anche come interno di centrocampo. Deve ancora limare indubbiamente qualche difetto, il ragazzino, soprattutto per l’irruenza di alcuni contrasti che con la Primavera gli sono costati cari; ma Stramaccioni stravede per lui da tempi non sospetti, e i motivi non mancano…

Tutto questo, ovviamente, senza dimenticare l’altro classe 1994 che è sceso in campo dal primo minuto, vale a dire Mateo Kovacic: che ieri non avrà mostrato i numeri importanti della gara d’andata, a volte tende a gigioneggiare col pallone rischiando qualcosa, ma cammin facendo le sue qualità cominciano a intravedersi in maniera sempre maggiore. Un prospetto per il futuro sul quale l’Inter comincia a lavorare da adesso, una sfida che questo giovanotto non ha avuto timore di raccogliere. Quattro ragazzi da tenere d’occhio, tutti e quattro promettenti, tutti nati lo stesso anno: il 1994 potrebbe, chissà, diventare l’anno di nascita dell’Inter del futuro…


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Domenica 15 dicembre