I dolori della 'vecchia' Inter. Serve meno peso offensivo e più fantasia
Un tiro di Diego Milito e un colpo di testa di Joel Obi, entrambi ben bloccati da Maarten Stekelenburg, sono stati il misero bottino offensivo dell’Inter nel disastroso pomeriggio di ieri allo stadio Olimpico. Fondamentali, nella mancanza di creatività nell’azione offensiva, le assenze di Wesley Sneijder e Ricardo Alvarez, giocatori capaci di dare quel qualcosa in più. Soprattutto dopo l’addio di Thiago Motta, la cui assenza ha fatto sì che Claudio Ranieri optasse per un centrocampo muscolare, atto al contenimento più che alla costruzione della manovra, delegando alla ripartenza la pericolosità offensiva.
Il 4-4-2 che ha garantito ai nerazzurri quella serie di risultati utili era reso possibile dalla presenza di un giocatore come l’italo-brasiliano, bravo a non far sentire la mancanza di Sneijder, nonostante il raggio d’azione più basso rispetto all’olandese. La sua ultima gara, il derby del 15 gennaio scorso, coincide di fatto con l’ultima prestazione convincente dei nerazzurri. Da lì in poi un discesa graduale: la gara contro la Lazio ha fatto suonare i primi campanelli d’allarme, zittiti solo dai guizzi di Milito e Pazzini. Da Lecce, sino a Roma, passando per Napoli e Palermo, il crollo verticale in fatto di prestazione corale. L’Inter si è disunita, non gioca più come nel derby, non gioca più gare attente fatte di ripartenze qualitativamente ottime.
Non c’è dubbio che con giocatori dalla tecnica superiore in campo, i nerazzurri avessero una marcia in più. La ripresa con la Lazio ci ha dato un’Inter più aggressiva davanti (grazie a Sneijder). Stesso discorso per quanto riguarda il primo tempo di Lecce e, in parte, la gara col Palermo. L’Inter creava ed era pericolosa. Pericolosità che ieri è venuta a mancare, visto che il 4-4-2 (tra l’altro con due punte pesanti) fa sì che chi gioca sulle fasce debba accompagnare la manovra e arrivare sul fondo, fornendo palloni buoni per Giampaolo Pazzini, che al di fuori dei sedici metri è un pesce fuor d’acqua, e Diego Milito. Manca anche il sostegno dei centrocampisti: abbiamo rimarcato più volte come l’età avanzata dei mediani nerazzurri non consenta loro di poter eseguire al meglio il doppio lavoro, quello di copertura e di inserimento senza palla, elemento fondamentale del calcio moderno e, sopratutto, in un 4-4-2 senza esterni offensivi.
Quali soluzioni adottare allora? Con il rientro di Sneijder e Alvarez, la soluzione a una punta potrebbe essere l’ideale, in modo tale da poter avere meno peso in avanti, ma più soluzioni sulla trequarti. Ranieri deve inserire l’olandese, lasciandolo libero da compiti di copertura e lotta per poter sfruttare al meglio le sue qualità. Puntare su Diego Milito, non solo per il buon numero di gol seganti, ma anche perché l’argentino, più di Pazzini, dà una mano in fase di manovra.
Altrimenti c'è l'opzione 4-3-1-2, con l’inserimento di Diego Forlan, che tutto il mondo Inter aspetta come manna dal cielo. Non bisogna però chiedergli la luna, visti i diversi problemi fisici che lo hanno tartassato in questa stagione. L’uruguaiano si completa con Milito e potrebbe essere il suo compagno di reparto ideale. Che sia lui una delle soluzioni ai mali dai quali l’Inter è affetta?