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GdS - L'Inter non crede a Conte. Sfogo ingenuo? No, proteste strategiche. E quel rigore in Empoli-Napoli...

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Inter infastidita. Le parole di Conte nel post-partita di domenica hanno certamente creato malumore all'interno del club campione d'Italia che non si aspettava un'uscita del genere da parte dell'ex allenatore.

Come informa la Gazzetta dello Sport, a colpire la dirigenza nerazzurra è stata la modalità dello sfogo di Conte, che ovviamente non ha mancato di suscitare dibattiti e polemiche, per un episodio che peraltro non ha inciso sul risultato finale. Per questo motivo in casa nerazzurra c'è l'impressione che, conoscendo bene Antonio, l'uscita non sia stata casuale. E infatti ieri Marotta ha parlato di "obiettivo" in riferimento alle parole dell'ex tecnico che lui conosce fin troppo bene. E il timore è che queste punture poi possano incidere a livello di pressione sugli arbitri, andando a condizionare le direzioni di gara future, togliendo serenità ai fischietti e, più in generale, al campionato.

"Nessuno, dentro il club nerazzurro, pensa davvero che lo sfogo del tecnico del Napoli sia dettato dalla rabbia del momento, neppure dall’adrenalina della partita, peraltro a fronte di un rigore che poi è stato sbagliato da Calhanoglu e che dunque certamente non ha peggiorato lo stato d’animo dei tifosi napoletani - sottolinea la rosea -. Ci dev’essere dell’altro, ecco perché Marotta ha parlato di “obiettivo”. All’Inter ricordano bene, ad esempio, un calcio di rigore fischiato in favore del Napoli a Empoli, in circostanze discutibili. Quel giorno decise l’arbitro in campo, come accaduto domenica sera a San Siro. Ed è questo un aspetto che Marotta ha tenuto a sottolineare. Al netto di un protocollo Var che certamente può essere discusso - perché tutto è migliorabile, tutto si può ritoccare, su qualsiasi cosa riguardante l’applicazione della tecnologia è giusto fare un ragionamento -, il pensiero del club è che il futuro del calcio sia legato alla centralità dell’arbitro e che su questo invece non ci possa essere margine. Perché solo chi è in campo è in grado di valutare la portata di un intervento. E perché, altrimenti, vorrebbe dire demandare interamente alla tv una direzione arbitrale: non è pensabile un arbitraggio “da remoto”, per intendersi".

L'equilibrio è palese in vetta alla classifica. L'Inter non intende scegliere tra scudetto e Champions, per cui si gioca sul filo dei nervi. Inquinare la lotta scudetto con strategia poco limpide non è il caso. 

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