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GdS - Lukaku tra rabbia e delusione: ecco cosa ha raccontato il belga. E sul comportamento di Cuadrado...

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

"La storia si ripete. L’ho superato nel 2019... e ancora 2023... Spero che la Lega faccia davvero delle azioni questa volta perché questa bellissima partita dovrebbe essere goduta da tutti. Grazie per i messaggi solidali. F*ck racism". Così ieri Romelu Lukaku attraverso i social ha manifestato il suo sentimento dopo i fatti di Juve-Inter. Parole incisive, molto più di tanti comunicati vuoi e retorici letti nella giornata di ieri. Dopo il danno, la beffa: sommerso di insulti e pure espulso per un'esultanza che l'arbitro Massa ha ritenuto - del tutto soggettivamente - provocatoria o irrisoria nei confronti di chi vomitava odio dagli spalti dell'Allianz Stadium.

"Romelu ha raccontato poi ai compagni di aver fatto fatica a concentrarsi, dal dischetto. Ha persino chiuso gli occhi a un certo punto, gesto poi ripetuto pure durante l’esultanza - racconta la Gazzetta -. Il bagaglio degli insulti era sempre lo stesso, poco originale, tristemente ascoltato anche in qualche video social. Dopo il gol i «buuu» si sono moltiplicati. Ed è stato in quel frangente che Lukaku è esploso. La sua esultanza, già mostrata con il Belgio, è copiata dal compagno Doku, oltre che dedicata allo stesso. Vuol dire «tranquilli, vi guido io». Stavolta gli occhi erano chiusi, per non voler vedere in faccia chi lo stava insultando. Ma poi Romelu non ce l’ha fatta più. Li ha aperti. E a quel punto ha urlato «muti, in silenzio», mentre i compagni lo abbracciavano".

Poi il secondo giallo e l'incredulità, prima della delusione per il comportamento di Cuadrado, come racconta la rosea. Secondo Lukaku, uno esperto come il colombiano, sarebbe dovuto andare a calmare i propri tifosi invece di andare dall'arbitro a chiedere l'espulsione del collega. "Nessuno della Juve si è fatto sentire direttamente con lui, almeno fino a ieri sera. A coccolare il belga, oltre che i messaggi pubblici e privati da tutto il mondo, ci ha pensato l’Inter - riferisce la rosea -. I dirigenti e l’allenatore gli sono stati vicini, nelle ore successive all’episodio e poi anche ieri mattina ad Appiano". Così come i compagni, naturalmente. Quattro anni son passati da quel Cagliari-Inter e siamo ancora qui, con l'aggravante di altri calciatori che sguazzano e provano a trarre vantaggio da una situazione spregevole a livello umano prima che sportivo.


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