I giochi restano aperti. Rosso diretto a Ibra: salta Palermo, e il derby?
Piove sempre più forte sulla squadra di Allegri, dopo l'eliminazione dagli ottavi di Champions League rimediata in settimana contro il Tottenham.
CAPITOLO CAMPIONATO - Non se lo sarebbe aspettato nessuno, ma il piccolo Bari di Bortolo Mutti, fanalino di coda con dieci punti al di sotto della penultima in classifica, ha fermato il grande Milan, da mesi capolista, che non è riuscito ad approfittare del mezzo passo falso compiuto dall'Inter venerdì sera, nell'harakiri nerazzurro andato in scena nel pareggio di Brescia.
PAZZIA IBRA - Le speranze di rimonta degli uomini di Leonardo si rinfrescano di una nuova ventata di ottimismo dopo il pareggio odierno conseguito al Meazza dai cugini, reso ancor più dolce dal rosso diretto rifilato a Ibrahimovic, autore di un pugno sferrato al difensore del Bari, Marco Rossi. L'espulsione non consentirà allo svedese di partecipare alla delicatissima spedizione rossonera in Sicilia, dove sabato sera, in anticipo, è in programma l'impegno del Barbera contro il nuovo Palermo del tecnico Cosmi. Dovrebbe essere inoltre quasi scontato, data la gravità dell'episodio, che la squalifica del centravanti comprenda anche il derby contro la sua ex squadra.
OSTACOLO LECCE - Dall'altra parte l'Inter, che già conoscerà i suoi destini di Champions avendo giocato cinque giorni prima il ritorno degli ottavi di finale contro il Bayern, dovrà affrontare domenica pomeriggio il Lecce, in quello che sembra un ostacolo casalingo tutt'altro che insormontabile. I nerazzurri si affidano alla buona vena del Palermo mostrata tra le mura amiche (a parte il tracollo dei rosanero contro l'Udinese), ma dovranno stare anche attenti a non sottavalutare i pugliesi, che già all'andata fermarono sull'1-1 l'undici di Benitez. Poi sarà tempo di derby, in programma il 3 aprile (data da confermare), decisivo più che mai, e chissà se i punti di distacco tra le due milanesi saranno rimasti sempre cinque.
La rimonta degli uomini di Leo, dunque, continua, alla faccia di chi si augurava un discorso scudetto chiuso. I titoli di coda, per ora, possono attendere.