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Il 4-2-3-1 indica la via da seguire: l'Inter diventa devastante in avanti

di Alberto Casavecchia

La partita di oggi ha detto tantissime cose. La prima è che, nonostante il Milan rimanga il favorito alla volata finale, l’Inter lotterà sino in fondo. In dieci partite, con il derby a meno di un mese di distanza, può accadere di tutto. Come di tutto può accadere a questa Inter. E di fatto oggi è accaduto di tutto a San Siro. Può accadere che si giochi un primo tempo scialbo, disordinato e sufficiente e può accadere che nel secondo tempo arrivino cinque gol e un grande spettacolo sia tattico che tecnico. La gara di oggi è indicativa perché il cambio di schieramento ha trasformato la squadra: l’azione offensiva si è ampliata, si è aperta a ventaglio e si è sfruttato al meglio il giro del pallone ad ampio raggio, con Maicon ed Eto’o sugli esterni e con gli uno-due centrali, tra Pandev e Sneijder.

IL ROMBO NON INCIDE – Nel primo tempo l’Inter è apparsa molto disordinata nella manovra. Il Genoa ha fatto una bella gara, attenta dietro. I rossoblù non hanno sofferto per nulla. L’azione nerazzurra non era fluida, il centrocampo a tre appariva molto lento in fase d’attacco e in difficoltà in fase di copertura. I vari Sneijder ed Eto’o hanno cercato la soluzione personale, preferendo la conclusione e l’azione in dribbling alla manovra corale. In fase di ripartenza genoana, la mediana era sempre un attimo in ritardo. Indicativo il gol di Palacio, con Ranocchia costretto a uscire alla disperata in scivolata.

4-2-3-1: MOURINHO INSEGNA – Il 4-2-3-1, all’Inter, è stato introdotto da Josè Mourinho, nella famosa gara di Londra del marzo 2010, nel ritorno degli Ottavi di Finale col Chelsea. Alzi la mano chi diede subito del pazzo al portoghese. Andare a difendere il 2-1 dell’andata con tre punte e mezzo sembrava pura follia, ma lui ebbe ragione e portò a casa la Champions League. Mou aveva capito che quello schema copriva il campo in toto. La manovra era più rapida e c’era una maggiore concentrazione di uomini tanto in attacco tanto in difesa. Lo stesso è accaduto oggi: la superiorità sulla trequarti si è fatta vedere, Maicon ha corso in maniera più intelligente, Eto’o ha dato il meglio, mentre Pandev e Sneijder hanno combinato bene in uno-due molto stretti. Pazzini ha fatto la punta boa, segnando e facendo salire la squadra.

A MONACO COSI’ E CON MILITO – Il modulo di oggi deve essere replicato, soprattutto in Champions, ma per far sì che il 4-2-3-1 possa essere riproposto ci deve essere il recupero di Diego Milito. Sarà fondamentale il suo recupero. L'argentino, nonostante abbia perso la lucidità sotto porta, durante l’arco di quest’anno, è molto importante a livello di presenza fisica, in quanto tiene sempre in apprensione la retroguardia avversaria. Il suo rientro, importante alla luce della ballerina difesa del Bayern Monaco, appare una priorità assoluta.
 

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