Il 7 e il 10: traffico sulla trequarti. Cou si candida come alternativa a Wes
Nella magica notte di San Siro, è brillata la stella di Philippe Coutinho. Lui, che per Stramaccioni aveva perso una chance. Ieri sera si è giocato una di quelle poche che gli erano rimaste per evidenziare tutta la sua importanza in questa Inter. Movimento costante tra le linee, supporto ai centrocampisti e spunti importanti in attacco. Leggerino sì, ma incisivo. Philippe Coutinho sostituisce Sneijder e quasi non lo fa rimpiangere: lavora duro su Pizarro, è semplicemente terribile quando parte palla al piede. L'impressione è che abbia un'efficacia maggiore dell'olandese con questa nuova disposizione tattica. Quello che spicca non è soltanto la sua indubbia qualità tecnica, anche l'intesa con i compagni d'attacco Cassano (con cui non si pesta i piedi) e Milito. Peccato per quel tiro dalla distanza fin troppo innoquo, caratteristica di un certo rilievo quando ti trovi a fare da collante tra i due reparti, dove hai più modo di trovare gli spazi per calciare.
D'altronde pensare di sostituire Sneijder con questa facilità sembra prematuro. La Fiorentina è stato probabilmente per Coutinho una delle migliori squadre che potesse incontrare, in virtù delle sue abilità. I viola macinano gioco e spesso concedono praterie. Il brasiliano va a nozze. Diverso il discorso quando si affrontano squadre provinciali (senza offesa) che prima di ripartire, pensano ad alzare un muro difensivo semi-impenetrabile. In quei casi serve la capacità di smistare il pallone con rapidità, cambiare gioco con un riaperture che mandano in tilt il sistema difensivo della squadra avversaria. Un limite che ieri il 7 nerazzurro ha evidenziato e che fa parte del repertorio tecnico-tattico di Sneijder.
Non c'è infatti soltanto un centimetro di altezza a separare il giovane brasiliano e l'esperto olandese. Quest'ultimo è apparso in ombra nelle ultime uscite: troppi tentativi da fuori, poca voglia di cercare l'ultimo passaggio e dribbling quasi mai tentati. E' come se la squadra si sentisse condizionata dal suo peso in campo: Wesley ha qualità importanti, corre, urla, si sbraccia. Ma dietro fa poco lavoro sporco, cosa che ieri abbiamo visto fare a Coutinho. Ma un giocatore che non troppo tempo fa si faceva preferire a Messi e Ronaldo, a cui il Pallone d'Oro non è stato assegnato per cause ignote, non può essere vittima dell'instabilità delle opinioni calcistiche. L'importanza del numero 10 non può essere messa in discussione, il suo collocamento tattico sì. Prima dell'arrivo di Cassano, nei piani di Stramaccioni c'era proprio il tandem Wes&Cou a supporto di Milito. Perché le caratteristiche dei due se abbinate riescono a formare un mix letale sulla trequarti campo. Adesso però Coutinho e Sneijder sono in qualche modo rivali, perché lottano per lo stesso posto. Quello alle spalle di Milito e Cassano, intoccabili. Il 7 e il 10, gioielli preziosi, di un materiale diverso, nel portagioie di Stramaccioni.