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Il Chievo mette in risalto le lacune dell'Inter: sconfitta ingiusta, ma...

di Fabio Costantino

Se oggi l’Inter avesse esordito in campionato contro il Lecce, forse l’esito non sarebbe stato soddisfacente. In quest’ottica, lo sciopero è stato di grande aiuto a Gasperini, che così ha guadagnato tempo per plasmare meglio una creatura ancora sotto tono, come si è visto al Brianteo contro il Chievo Verona (vittorioso per 3-2), soprattutto nel primo tempo. Ovviamente, le scelte tecniche sarebbero state diverse se si fosse disputata la prima giornata di Serie A, con Zanetti e Stankovic che probabilmente sarebbero scesi in campo sin dall’inizio. Ma complessivamente questa Inter ancora non convince, soprattutto di fronte a un avversario di pari categoria ma non certo di egual livello, con tutto il rispetto per la formazione di Di Carlo, sempre meritevole di consensi.

PRIMO TEMPO SOTTO TONO - Per non cadere nell’allarmismo, è preferibile evidenziare le cose buone che si sono viste in un primo tempo combattuto solo fino a un certo punto. Il pallino del gioco è sempre stato nerazzurro, la volontà di costruire si è vista, ma la lucidità non è stata un granché. È chiaro l’intento di cercare costantemente le fasce, così come di coinvolgere anche la punta centrale, nella fattispecie Milito, che si è mosso molto e ha difeso bene il pallone. Buona la prova di Nagatomo, che sfiora il gol con un sinistro memorabile infrantosi sulla traversa, meno bene il dirimpettaio Obi, esageratamente confusionario. L’accoppiata Alvarez-Castaignos si è mossa tanto, ha invertito le fasce, ma ha creato poco in attacco, non quanto Gasperini avrebbe sperato. Infine la difesa: Lucio-Samuel-Chivu hanno denotato qualche difficoltà nelle chiusure contro i guizzanti Pellissier e Paloschi e l’incursore Sammarco. Lacune che vanno cancellate al più presto, perché la sensazione è che dietro prevalga l’improvvisazione.

MEGLIO CON IL CAMBIO TATTICO - La ripresa, grazie anche alle sostituzioni, è più vivace. L’Inter sembra più in palla, il 3-5-2 disegnato da Gasperini favorisce anche il gioco d’attacco grazie alla spinta soprattutto di Faraoni in versione Maicon. L’esterno ex Primavera è una delle note più liete, perché a destra sale che è una bellezza. Determinante anche Stankovic, le cui geometrie riducono la confusione in mezzo al campo e danno libero sfogo al gioco sugli esterni. In un contesto del genere, ci sarebbe spazio anche per Sneijder in mediana, ma il tecnico deve rinunciare alle tre punte rinforzando il centrocampo come nella ripresa di Monza. Alla vivacità nerazzurra del secondo tempo però non si adegua il punteggio, che vede i mussi volanti a segno con due tiri dalla distanza su cui Castellazzi non fa bella figura (gol di Thereau e Moscardelli), rendendo così inutile il centro di Milito in avvio. La reazione c’è stata e solo Squizzi ha evitato il pareggio volando su Santon e Stankovic e regalando così ai suoi compagni una bella soddisfazione. Ma la sconfitta, oggi, sembra l’ultimo dei problemi di Gasperini…


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