Il clan dell'asado, la forza trainante per scacciare via il momento nero
La rinascita nerazzurra attraverso il cuore pulsante argentino. Mercoledì scorso i gol di Walter Samuel, il quale alla realizzazione ha unito una concreta prestazione difensiva, e di Diego Milito hanno spalancato le porte degli Ottavi di finale di Champions League alla squadra di Claudio Ranieri. Però, la vittoria contro il Lille, non ha solo visto le segnature del Muro e del Principe. Con loro, il resto della colonia argentina ha contribuito notevolmente al ritorno alla vittoria. Straordinario Javier Zanetti che, alla quattordicesima gara stagionale su quattordici, mette a ferro e fuoco la fascia con il suo moto continuo e tiene a bada il giovane talento Eden Hazard. Bene anche Esteban Cambiasso, bravo a cucire il gioco e chiudere in difesa nel momento di bisogno della squadra.
Il cuore pulsante argentino può e deve essere la forza trainante del gruppo. Sistemata quasi del tutto la qualificazione europea (ora servono tre punti per il pass come prima del girone), l’Inter deve risollevarsi in campionato. Da sempre la colonia argentina è stata importante nello spogliatoio nerazzurro. Il clan dell’asado è riuscito a riportare a galla quel carattere, quella forza e quella determinazione che lo rendeva forte durante l’anno dei successi, l’anno in cui Samuel era il muro invalicabile, l’anno in cui Zanetti e Cambiasso hanno il loro massimo rendimento, l’anno in cui Diego Milito segnò la bellezza di trenta gol.
Difficile chiedere nuovamente tutto ciò a questi campioni. L’età che avanza è un qualcosa che difficilmente si può arginare, ma la loro esperienza e il loro carattere serviranno alla squadra, affinché essa possa uscire dalla zona buia. Con loro anche i nuovi arrivati connazionali, Mauro Zarate e Ricardo Alvarez, apparsi convincenti contro il Lille, possono dare, grazie alla loro voglia, un contributo importante . Il primo, uomo in più anche sabato scorso contro la Juventus, con la sua classe, la sua inventiva e la sua capacità di saltare gli avversari, se messa al servizio della squadra e senza eccedere, può risultare davvero determinante, la variabile impazzita. Stesso discorso per l’ex Velez Sarsfield, entrato, sia contro la Juventus che contro i francesi, con grande voglia di dimostrare, con la mente in un certo senso libera, osando giocate e palloni in verticale, senza limitarsi al compitino.
Da loro Claudio Ranieri e il popolo nerazzurro si aspettano tanto per il futuro, ma anche per il presente, un presente che vede ancora la vecchia guardia albiceleste come la forza che guida alla riscossa la truppa ancora convalescente e con il morale basso, colpita da una serie di risultati alla quale non era abituata.