Il disagio tattico di Brozovic nel 3-4-1-2 di Conte. Il croato retrocede nelle gerarchie, a gennaio si valuterà
Una sessione di mercato trascorsa attendendo offerte serie, fino alla permanenza quasi obbligata nella speranza di un rilancio. Marcelo Brozovic non sta vivendo un periodo facile all'Inter, consapevole di non essere più un giocatore fondamentale per gli equilibri della squadra, come dal giorno in cui Luciano Spalletti lo fece scendere da un volo diretto a Siviglia per consegnargli le chiavi del centrocampo nerazzurro in cabina di regia in un Inter-Napoli (0-0) che gli cambiò la carriera. Oggi la realtà è ben poco Epic per il classe '92 di Zagabria, in campo più per necessità che per reale convinzione tattica. Dal punto di vista tecnico non c'è nulla da eccepire, la qualità di Brozovic è rimasta intatta. Ma il nuovo assetto scelto da Antonio Conte, il 3-4-1-2, prevede in mediana un giocatore più di quantità che di qualità, al fine di supportare la presenza del trequartista e di due esterni offensivi. Sarà anche una coincidenza, ma nelle due partite disputate finora dall'Inter in cui è emerso un sostanzioso squilibrio tattico, contro Fiorentina e Milan, nei due di centrocampo c'era proprio Brozo. E in sua compagnia sull'out mancino anche Aleksandar Kolarov e Ivan Perisic. Un 'tridente' poco oliato che ha palesato enormi difficoltà e ha evidenziato più di uno scompenso, con scarsa copertura e praterie concesse agli avversari di turno.
Insomma, o si lavora molto sul particolare (e il calendario non offre molto tempo...), oppure i tre calciatori di origine slava difficilmente torneranno a essere titolari contemporaneamente, almeno in partite di cartello. Ovviamente, sarebbe ingeneroso addossare tutte le responsabilità della catena di sinistra a Brozovic, ma sul centrocampista pende una Spada di Damocle non da poco: la fiducia dell'allenatore. Non è un mistero che Conte avrebbe voluto N'Golo Kanté nel suo centrocampo e a fargli posto sarebbe stato proprio Epic, alla luce delle caratteristiche molto differenti tra i due. Il tecnico salentino vuole due mastini dai piedi buoni per coprire le spalle al trequartista e in assenza di entrambi continuerà a temporeggiare sul rilancio di Christian Eriksen. Che, ad oggi, avrebbe più chance di giocare in assenza di Brozovic, un giocatore che corre tantissimo e non difetta in spirito di sacrificio ma che non garantisce il senso di posizionamento richiesto in quella porzione di campo di frangiflutti. Una virtù che comunque, per fortuna, possono vantare sia Arturo Vidal sia Nicolò Barella, ad oggi la miglio coppia di mediani disponibile, in attesa eventualmente del ritorno di Radja Nainggolan e Roberto Gagliardini. Tutti elementi che tatticamente sanno come dare equilibrio a una squadra che lo sta ancora cercando.
Conte ha sicuramente le idee chiare, ma i contagi e le altre assenze gli hanno impedito finora di dare continuità al suo progetto tattico. Kanté è rimasto a Londra, ma nella rosa nerazzurra non mancano equilibratori di centrocampo in grado di reggere il peso di un vero trequartista e due esterni offensivi. Tra questi, ad oggi, non figura Brozovic, ormai a tutti gli effetti un regista, che inevitabilmente risente della mancanza di fiducia nei suoi confronti, dopo tre anni da insostituibile nella mediana nerazzurra. In un classico 3-5-2 il croato sarebbe ancora fondamentale, perché potrebbe produrre il proprio calcio protetto da due mezzali. Non a caso, non è mai stato messo in discussione fino al passaggio ormai assodato al 3-4-1-2, che resta fisso anche senza la presenza di Eriksen o Stefano Sensi. Viene da chiedersi, perciò, quanto spazio avrà Epic Brozo quando Conte avrà a disposizione tutti e sette i suoi attuali centrocampisti (Matias Vacino ancora ai box). La risposta da qui a gennaio, quando le parti faranno le dovute valutazioni e capiranno, anche in presenza di eventuali offerte concrete, se c'è ancora la possibilità di scendere da un aereo prima che questo voli altrove.
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