Il manifesto della perfezione: è onnipotenza interista. Dea annichilita, messaggi potentissimi alla concorrenza
Ritratto della perfezione. La contingenza dell'innatismo. In un certo senso Platone aveva ragione: alcuni principi dogmatici della conoscenza sono innati nelle menti umane. Nella traslazione al mondo pallonaro c'è quasi sempre la certezza che quando affronti l'Atalanta hai di fronte la stessa cornice. Ebbene sì, uomo contro uomo, francobolli gasperiniani proiettati a colpire senza indugio le pedine inzaghiane. Il canovaccio non muta di un centimetro, di anno in anno. È un impulso istantaneo e aggressivo, basato sul dinamismo intenso. La pressione s'intravede in quel coraggio energico nella costruzione di pericoli. E l'avvio è foriero di situazioni interessanti per l'Inter. Un moto perpetuo, una panoramica illustrativa, che conduce al binario del vantaggio: sprint, accelerazioni, costruzioni aggiuntive, sovrapposizioni e sovrastazioni. Thuram pizzica, anzi, punge, la sfortunata deviazione atalantina scaturisce il vantaggio interista.
IL MANIFESTO DELLA PERFEZIONE TECNICA E PRAGMATICA. San Siro spinge forte sin da subito, così deve essere: una bolgia che prova a intontire la formazione di Gasperini, la cui fiducia viene un pochino scalfita dall'arrembaggio interista. Le tortuose pieghe della marcia gestionale diventano superiorità calcolatrice, seppur i francobolli gasperiniani aggrediscano con grande temperamento il centrocampo interista. Ad intensità si risponde con il medesimo ingrediente: un'elevazione identitaria fortemente definita. Il binario della gestione, questo sconosciuto. Il manifesto del gioco moderno, sapendo unire tecnica in velocità e organizzazione nell'immediato recupero del possesso. Il ritmo è infernale e le conclusioni ripetute mandano (e non poco) in difficoltà la retroguardia atalantina, specialmente in un avvio di gara ad andatura elevatissima. Dieci minuti di manifesto della perfezione tecnica e pragmatica, quando Barella scocca il sinistro al volo, un bacio alla rete, una traiettoria irresistibile anche per un bravo portiere come Carnesecchi, che aveva provato ad evitare il peggio allungandosi. La reazione bergamasca è affidata al tentativo da fuori di Zappacosta che impegna Sommer, con Retegui che non riesce nel tap-in.
MOTO PERPETUO E STRARIPANTE. Avvio di ripresa... e boom: Thuram graffia. Punzecchia, punge, con gli artigli. Strappa da grande giocatore. Ma non solo: riflette e rifinisce, costruisce e finalizza. La manovra è da playstation: avanti e indietro, destra e sinistra, le coordinate dello spazio e del tempo sono sapientemente orchestrate dalle rampanti pedine nerazzurre. Il poker è di Tikus: prestazione autorevole, impressionante. Scegliete voi un aggettivo pregiato, noi saremmo pleonastici. Assorbire gli smarcamenti è la chiave reciproca degli inserimenti senza palla. Perché la gestione in minuti come questi non c'è nemmeno da calcolarla. C'è da cogliere gli attimi pensando al solito concetto che tutto si trasforma e nulla si distrugge. L'archivio è la definizione di quello che potrà accadere tra pochi minuti. La filosofia innatista di Inzaghi presuppone principi codificati di un calcio verticale, intenso, aggressivo e devastante. I gol sono numeri, il divertimento sugli spalti è strepitoso. Demolita anche la Dea, riportata sulla terra. Qualcun'altro ha ancora dei dubbi sulla squadra da battere?