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Il 'mostro' dal piedino d'oro. Gol, assist e leadership, Barella è sempre più il faro dell'Inter

di Egle Patanè

Barellino dal piedino d’oro e dall’inesauribile grinta è tornato. Dopo un inizio stagionale individuale direttamente proporzionale al rendimento della squadra che aveva fatto storcere il naso, l’ex Cagliari è tornato il gioiellino splendente che in questi anni ha fatto di lui uno dei protagonisti principali dell’Inter prima di Conte, poi di Inzaghi. Sedici presenze, sei reti e cinque assist fino a questo momento per il classe ’97 al cospetto dei 4 gol e 13 assist confezionati in tutta la scorsa stagione. Numeri che prospettano una stagione record per lui, che fino a questo momento ha registrato l’inizio stagionale più prolifico della sua carriera. Per trovare cifre simili bisognerebbe riportare indietro le lancette di qualche anno, visto che l’ultima volta in cui il centrocampista sardo ha trovato le sei reti risale alla stagione 17/18, quando ancora al Cagliari timbrò per l’appunto per ben sei volte il tabellino. Quell’anno, in gol contro Spal, Torino, Milan, Lazio, Benevento e Genoa, si limitò però a segnare senza riuscire a servire alcun assist, numeri dunque decisamente inferiori a quanto messo in tasca già quest’anno dove tra campionato e Champions League ha preso parte a undici azioni da gol. Quattro scores nelle ultime cinque, tre volte consecutive nelle ultime tre di campionato: Salernitana, Fiorentina e Samp. Prima di lui sono soltanto tre i centrocampisti della Beneamata ad aver raggiunto quota tre gol in tre gare consecutive di Serie A: Cambiasso, Perisic e Calhanoglu.

Fa tutto lui, corre, pressa, difende, attacca e pure segna, e quando capita di non trovare la porta come lo scorso mercoledì contro il Viktoria, ogni suo intervento sembra essere oro colato al pari di un gol. Proprio nel match contro la squadra ceca, il numero 23 non segna ma propizia il grande assist di Dimarco per il raddoppio firmato poi da Edin Dzeko. Un assist dell’assist dunque che vale quasi l’assist stesso e che attesta l’immensa crescita del giocatore, chiamato agli straordinari, insieme agli altri compagni di reparto, con l’assenza prolungata del suo miglior partner in crime Marcelo Brozovic.

Numeri e prestazioni che attestano una leadership più che ritrovata: all’altalenante Nicolino che lo scorso anno ha peccato d’immaturità in quel di Madrid, dove si beccò un’espulsione costata la pesantissima assenza negli ottavi di Champions con il Liverpool, risponde con un assennato e imponente Barella che in casa del Barça riesce a migliorare persino quanto fatto nella gara d’andata contro i blaugrana nella grande vittoria sottoscritta da Calhanoglu ma confezionata dall’intero gruppo. Partita durante la quale però l’ex Cagliari aveva leggermente macchiato la sua personale gara con un pizzico di appannamento in alcune scelte: errorini di rifinitura che però sono costate opportunità alla squadra. Dettagli che avrebbero potuto fare la differenza resi poi microscopici dai tre punti finali e dalla grande verve che lo stesso giocatore ha impiegato per tutti i cento minuti di gioco. Sfumature da aggiustare che raddrizza proprio sul campo più difficile: quello del Barcellona. Proprio al Camp Nou si impone dall’inizio trascinatore e guida, senza far mancare alla squadra quel pizzico di letalità che i suoi inserimenti costano agli avversari. Non è un caso che nel post-gara con la Samp si è parlato di lui come l’attaccante aggiunto che serviva a Inzaghi. Arriva sempre quando serve come attesta anche la rete del raddoppio di ieri contro i doriani, arrivata prima dell’intervallo, perfetta per mandare in sicurezza la squadra negli spogliatoi. Un gol al bacio che ha ricalcato quel pesantissimo 2-0 rifilato un paio di anni fa alla Juventus e che non a caso gli ha fruttato un ‘mostro’ di cuore urlato da Dzeko, ieri, così come Lautaro, rimasto a secco di gol senza però allarmare nessuno. 

Un momentaneo digiuno degli attaccanti titolari infatti non preoccupa più gli interisti, ormai tranquilli per la solidità e la prolificità ritrovata: e se il gol di Barella è mostruoso, ad aver paura questa volta sono gli avversari, chiunque siano perché l’Inter oggi, con interpreti cos’, può giocarsela… e vincere… con tutti.


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