Il poker di Inzaghi annulla la bestia nerazzurra. Anche il Sassuolo paga la Tassa-Edin
BESTIA NERAZZURRA - A sbloccare la sfida del Mapei Stadium ci pensa il ‘solito’ Berardi: chiamato al duello dal dischetto contro un para-rigori di professione come Handanovic, il capitano neroverde mette da parte le emozioni e non perdona. Sinistro a incorciare potente e preciso, su cui anche i guantoni ben indirizzati dello sloveno non possono far nulla. Il gol di Mimmo (interista dichiarato) contro la squadra per cui tifava da bambino non rappresenta una novità: per lui è settimo sigillo contro il Biscione. Una bestia nera. Anzi, nerazzurra.
DEFREL ‘IMITA’ SKRINIAR - Se martedì sera a Kiev era stato Skriniar ad evitare i danni con un intervento da 'Oscar per la Difesa', nella notte di Reggio Emilia è toccato a Defrel svestirsi dei panni dell’attaccante per indossare quelli del difensore improvvisato, ‘imitando’ lo slovacco. Il francese (schierato dal 1’ - a sorpresa - da Dionisi al posto del gioiellino Raspadori) si rende protagonista poco dopo la prima mezzora di gioco salvando un gol fatto sullo schema dell’Inter da calcio fermo: verticale di Calhanoglu, cross in mezzo di Dumfries e respinta del 92 neroverde con Perisic pronto ad appoggiare in rete da pochi passi la palla del possibile 1-1.
IL POKER (CON ALL-IN) DI INZAGHI - Con i big stanchi e in affanno, tocca a Inzaghi dare una definitiva scossa alla partita. Con un tocco di lucida follia. Quando il cronometro segna il 57° minuto gioco, il tecnico piacentino decide con personalità di metterci del suo per riportare i tre punti in direzione Milano: fuori Correa, Calhanoglu, Dumfries e Bastoni; dentro Dzeko, Vidal, Darmian e Dimarco. E il match cambia dopo pochi secondi, con il via alla rimonta firmata dal guizzo del 9 e poi completata dal rigore del 10. Un poker d’assi calato al momento giusto, un all-in che paga con la vittoria finale. Lettura impeccabile e ritorno alla vittoria prima di una lunga sosta che anticipa una settimana di fuoco (Lazio-Sheriff-Juventus).
LA TASSA-EDIN - Inzaghi chiama, Dzeko risponde. AI Cigno di Sarajevo bastano appena 33 secondi (il tragitto dalla panchina all’area di rigore) per impattare di testa il pallone del pareggio che sveglia l’Inter dal letargo. Non contento, si guadagna il calcio di rigore del definitivo 2-1 trasformato da Lautaro Martinez e si vede annullare la doppietta personale dal VAR per un offside millimetrico. Dopo Genoa, Bologna (2), Fiorentina e Atalanta, il bosniaco colpisce ancora: sono sei reti in sette partite di campionato. Gol low cost per l’Inter, tassa cara da pagare (anche) per il Sassuolo.