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Il ticchettìo del Toro e il suono dello scudo: l'orologio di Praga premia la sostanza

di Niccolò Anfosso

Ci sono scansioni temporali che definiscono un orizzonte. La Champions League è terra di passione e l'Inter ha un unico desiderio: unire i cuori nerazzurri nel migliore dei modi. Praga è la penultima tappa della prima parte del percorso europeo. La costruzione interista è sin da subito aggressiva: l'intuizione del quadrante della perfezione arriva sull'asse delle certezze. Quando Bastoni guarda verso la parte centrale dell'area sai già che è pronto a pennellare qualcosa di piacevole. Rifinire e finalizzare: il binomio (forma e sostanza) coincide nel quadrante astronomico. Scocca il minuto 12 e l'Orologio della Città Vecchia di Praga segna una lancetta particolare, quella del vantaggio interista. Bastoni inquadra la situazione, Lautaro s'avventa con fame e grinta sulla traiettoria e la ripulisce in porta. Come una volèe che scatena il ticchettìo delle lancette: è l'ora giusta, quella di essere ancora una volta decisivo per l'economia interista.

IL QUADRANTE ASTRONOMICO. Lo sviluppo non è limpido e sembra quasi di essere nel bel mezzo della classica partita ruvida, con errori (taluni grossolani) a caratterizzare l'andamento temporale della gara. Inzaghi osserva e la centralità della sua osservazione degli eventi è una proprietà fluida perché anche un episodio può scatenare un cambiamento della situazione di campo. Praga è la città del grande scrittore Franz Kafka, che ben s'intendeva d'inquadrare sviluppi esecutivi assurdi o trame surreali in cui i protagonisti precipitano improvvisamente e senza alcun motivo apparente. L'Inter non vuole certamente ricadere nell'incertezza e tiene lontana qualsiasi sembianza d'angoscia. Il segno che era incominciata la battaglia si intravede da lontano: i nerazzurri vedono gli avversari avanzare in modo scomposto e nemmeno lontanamente ordinato. Qualche pizzicata offensiva a inizio ripresa (una impegna Sommer sul primo palo).

IL SUONO DELLO SCUDO E I TRE PUNTI INCAMERATI. Lotta aperta in mezzo al campo, ma al ritorno in campo c'è più di un segnale di incertezza nerazzurra che conducono i cechi al binario del coraggio. Un binario complicato perché i nerazzurri, seppur non brillanti, ci credono e alzano senza soluzione di continuità il tasso di pericolosità con ripartenze ben orchestrate, che mancano però nell'esecuzione conclusiva. Lautaro impegna Vindahl, poi Dumfries si vede annullato il raddoppio. Non si può sempre brillare, d'altronde. E in serate in cui il suolo è viscido e scivoloso, c'è sempre il rischio di finire inguaiati in qualche scomoda catapulta. La lancia puntata verso il basso, si sa, può finire intoppata in qualche ostacolo. L'Inter ne è consapevole e predilige il suono cinico dello scudo al movimento di lato del fioretto. Forma e sostanza si uniscono e diventano materia grigia determinante. Tre punti incamerati e la top 8 è davvero molto vicina.


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