Il Var è morto, ma inchioda gli arbitri. L'Inter è vittima
Eppure godeva di ottima salute. Fino all'anno scorso stava non bene, benissimo. Qualche acciacco, ma poca roba. E adesso cosa accade? Morte improvvisa. Il Video Assistant Referee non c'è più, è solo un ricordo. E pensare che un anno fa, di questi tempi, la discussione principale verteva sulla disquisizione maschile o femminile: “Si dice “il” Var o “la” Var?”, ci si chiedeva. Al limite, qualche problema lo davano gli offside (ancora non tridimensionali) e il dilatarsi dei tempi. Rendiamoci conto dell'enorme passo indietro fatto.
Finora, peraltro, il prezzo più salato all'abbandono del Var lo ha pagato l'Inter. Due partite pesantemente condizionate da direzioni arbitrali insufficienti in appena quattro giornate: davvero troppo. E se, dopo il rigore molto generoso concesso per fallo (?) di Miranda su Di Francesco, i falli in area del Sassuolo potevano anche avere un minimo dibattito (quanto è stata vigorosa l'entrata di Magnanelli su Asamoah? Quanto è stato forte il tocco su Icardi?), dopo la partita contro il Parma bisogna solo fare cronaca e lasciar commentare le immagini.
Clamoroso l'abbaglio di Manganiello e soci sul diagonale di Perisic 'parato' da Dimarco. Braccio enormemente largo, palla che picchia palesemente sull'arto superiore del terzino gialloblu e rigore solare. L'arbitro fa proseguire, Rocchi al Var non fa un fiato. E si gioca come se nulla fosse successo. Inaccettabile.
Meno evidente, ma allo stesso modo chiaro l'altro episodio cruciale della gara del Meazza. Quando Dimarco (proprio lui!) sfodera un mancino galattico da circa 30 metri, Handanovic è impallato da due giocatori (Inglese e Rigoni) in evidente posizione di fuorigioco. Il regolamento è chiaro: non conta nulla se il portiere avesse potuto impedire la rete; conta che la sua visuale fosse 'sporcata' a prescindere dall'infallibilità potenziale del tiro. Il campo visivo di Handanovic era condizionato dalla presenza di avversari in fuorigioco? Sì, in maniera evidente. Gol irregolare. E il Var? Muto. Imbarazzante.
Sul banco degli imputati, però, non finisce il Var in qualità di tecnologia, ma ci finisce chi la gestisce e chi (non) ne fa un uso appropriato. Ricordate le polemiche sugli ingenti investimenti per allestire telecamere e tutto il resto? Ecco. In questo modo, sono soldi buttati. Ma resta l'altra faccia del Var, ossia inchiodare i colpevoli. Il tempo del “eh ma a velocità normale...” è finito. Non esiste più. Esiste che un arbitro in campo e due davanti a un monitor si rivelino inadeguati al compito per il quale sono profumatamente pagati.
Una crisi di rigetto incomprensibile dopo la promozione a pieni voti della passata stagione. Viene quasi da pensare che qualcuno abbia spinto per depotenziare la tecnologia. Il calcio italiano ha un grosso problema e l'Inter ne è una prima vittima.
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