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Il Venezia sfiora lo scherzetto in pieno recupero, ma il finale nerazzurro è solamente dolce

di Domenico Fabbricini

In pieno clima Halloween l’Inter vede le streghe e rischia di farsi tirare un brutto scherzetto dal Venezia, che spaventa i nerazzurri all’ultimo secondo di recupero, ma il finale per fortuna è tutto dolce per i padroni di casa: vittoria (di misura, ma pur sempre vittoria) sui lagunari e -1 dal Napoli. Tutto è bene quel che finisce bene, si suol dire, ma quanta fatica per superare quella che sulla carta poteva sembrare anche una partita facile, ma il Venezia ha fatto sudare parecchie compagini in questa stagione. L’Inter, dalla sua, ha ripercorso lo stesso primo tempo visto contro l’Empoli, quando ha mantenuto il pallino del gioco ma senza riuscire a sfondare in zona gol. Ad onor del vero, rispetto alla gara contro i toscani è andata anche più volte vicino al gol chiamando diverse volte Stankovic alla parata: Lautaro, Mkhitaryan, Dimarco, Barella, trovano o l’opposizione del portiere o l’imprecisione a negargli la gioia del gol, ed è quindi quasi un’ingiustizia dover assistere al miracolo di Sommer al 41’, quando in contropiede Pohjanpalo prolunga per Oristanio sul secondo palo, l’ex Inter quasi non ci crede di avere sui piedi una palla da spingere solo in porta, ma il balzo del portiere elvetico è prodigioso e mette giustizia in una partita in cui sarebbe stato davvero immeritato dover assistere al vantaggio ospite alla prima vera occasione della contesa. Campanello d’allarme che però deve far restare vigili nella ripresa.

Al 51’ l’Inter l’avrebbe anche sbloccata con Mkhitaryan ma il Var annulla tutto per il primo fuorigioco millimetrico della serata: Dimarco è avanti con mezzo ginocchio al momento del cross per l’armeno. Le regole son queste, ma poi ci spiegheranno che vantaggio si trae dall’avere mezzo ginocchio avanti rispetto al compagno. E non è tutto, perché ad alimentare ulteriormente i dubbi su una regola che andrà necessariamente rivista arriva un altro episodio ancor più singolare, per usare un eufemismo: all’80’ Taremi impegna seriamente Stankovic, riprende ancora l’iraniano che trova l’opposizione in angolo di Sverko, probabilmente con un braccio. L’arbitro Ferrieri Caputi attende lumi dal Var che nell’occasione però ferma tutto perché, nella partenza dell’azione, Thuram è avanti con la punta della scarpa… Ripetiamo, la tecnologia non fa che enfatizzare e rendere visibili anche i dettagli più microscopici, ma siamo dell’idea che il vantaggio tratto dalla posizione di fuorigioco debba essere corposo, e non un ginocchio o una punta di scarpa avanti.

Ad ogni modo, per fortuna, ci aveva già pensato Lautaro al 65’ a sbloccare la gara per i suoi, servito ottimamente dal solito Dimarco, stavolta in posizione regolare, in gol a San Siro 249 giorni dopo l’ultima volta. Gol che rende giustizia alla partita fatta dall’Inter ma non lascia dormire sonni tranquilli perché in contropiede il Venezia mette sempre i brividi. Thuram potrebbe raddoppiare pochi minuti dopo ma gigioneggia troppo e perde il tempo. Nel finale anche Calhanoglu (entrato da poco) impegna Stankovic con una botta dalla distanza. E arriviamo al 90’ quando Ferrieri Caputi assegna 7 minuti di recupero di difficile interpretazione (e che faranno arrabbiare Lautaro nel finale). Gli ospiti tentano la reazione finale con tutte le proprie forze e al 95’ De Vrij involontariamente mette Yeboah in condizione di calciare (male), para Sommer. E proprio al 97’ arriva il gol che gela tutta San Siro, con Sverko che sovrasta Bisseck (forse anche con un fallo) e supera il portiere. Stavolta però il Var è amico e vede un tocco di braccio dello stesso Sverko e annulla la rete al fotofinish, mandando direttamente le due squadre negli spogliatoi.

Finale col brivido a San Siro ma il tour de force nerazzurro prosegue con poche fermate: Inzaghi è riuscito anche a risparmiare qualche minuto a qualche titolare richiamando prima del tempo Dimarco, Barella, Bastoni, Lautaro. E mercoledì sarà di nuovo supersfida di Champions, a San Siro arriva l’Arsenal.

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