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Incompleti fino alla punta: ecco i rinforzi che servono adesso all'Inter

di Mario Garau

Paradossalmente la sconfitta subita giovedì sera contro l'Hajduk Spalato potrebbe rivelarsi uno dei risultati più utili della stagione. La paura di aver sfiorato un tracollo - a dir poco imprevedibile alla vigilia - ha fatto suonare più di un campanello di allarme dalle parti di corso Vittorio Emanuele. Stramaccioni ha precisato: "Sapevamo di avere dei problemi, ma di certo non ce ne siamo accorti stasera (giovedì)". Probabilmente però, fino a questo momento (un po' per il discreto precampionato, un po' dopo quel roboante 3-0 in Croazia) dichiarare "stiamo agendo con tutta calma" non sarebbe sembrato un delitto, a  differenza di adesso.

La strategia 'prima vendi, e poi tiri fuori i milioni' è chiaramente la migliore. Se piazzare però gratuitamente uno dei portieri più forti del mondo sembra facile come indovinare un sei al superenalotto, qualche dubbio viene fuori. L'Inter a occhio ha bisogno almeno di altri 2-3 ritocchi per essere davvero competitiva, sia a livello nazionale che europeo. I viaggi in Brasile - oltre a regalare temperature esotiche ed esperienza ai nostri uomini mercato - non hanno portato a risultati particolarmente soddisfacenti. Stesso discorso per le offerte al ribasso: un tempo - nemmeno molto remoto - si collezionavano successi grazie a colpi low-cost, ingaggiando giocatori di rilievo dimenticati dalle big di tutta Europa. Oggi sembra che gli anni siano passati, oltre che nelle gambe dei giocatori, nella testa dei dirigenti. Meno attenzione, meno fiuto. Nomi altisonanti, aste improbabili con sceicchi. E poi ovviamente, nothing.

Incompleti dall'out destro di difesa... fino alla punta. Giovedì (partita emblematica, ci tengo a sottolineare) oltre all'immortale Zanetti, abbiamo potuto notare una certa inadeguatezza del reparto terzini. Jonathan fa venire voglia di andare a prendere Maicon in spalla e piazzarlo di peso sul suo settore di competenza. M'Baye è un buon prospetto, ma ha un'esperienza tutta da acquisire. E poi c'è Nagatomo, mai davvero incisivo. Poi si arriva al centrocampo, ovvero a quello che dovrebbe essere la fonte e l'anima del gioco. E anche lì, le lacune sono evidenti. Nonostante un Guarìn a tutto campo, sembra azzardato affidare unicamente a Cambiasso le chiavi della mediana. Manca il possesso palla, mancano i centrocampisti che si inseriscono e che creano la superiorità numerica. Inoltre c'è bisogno di una lampadina, di qualcuno che raccolga il pallone dalla difesa e lo smisti al reparto offensivo (non si può pretendere tutto da Sneijder).

Non è finita. Sfumato Lucas, si continua ad avvertire l'assenza di un esterno destro puro in rosa. Il rientrante Alvarez sarebbe solo adattato, così come il chiacchierato Ramirez. Zanetti, con tutto il rispetto, non può essere definito un esterno alto. L'opzione Lennon - spuntata in queste ore - sembra essere la soluzione ideale. Per concludere arriviamo alla punta. Milito, forse appesantito dai carichi di lavoro, è sottotono. Longo e Livaja non possono addossarsi così presto la responsabilità di sostituirlo. Il solo Palacio (candidato anche per un ruolo da trequartista), non può bastare. Insomma, è una squadra tutta da completare. Dei passi sono stati fatti (Handanovic, Silvestre, lo stesso Palacio, Mudingayi) ma forse non siamo nemmeno a metà della rifondazione.


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