.

Inter, da Zanetti a Guarin: il nuovo ciclo può ripartire dall'EuroLeague

di Alessandro Cavasinni

La brutta figura è stata evitata, anche se i brividi non sono mancati. L'Inter si trascina quasi per inerzia dentro l'Europa League e oggi conoscerà le avversarie al suo debutto nella seconda competizione europea da quando non si chiama più Coppa Uefa. Un palcoscenico meno importante e lussuoso della Champions, ma anche meno dispendioso e, per certi versi, in egual modo stimolante. Testa di serie numero 1 per i nerazzurri, un dato che lascia intendere come non ci si potrà limitare alla mera partecipazione.

BRIVIDI ROMENI – Poteva andare meglio, ma poteva andare anche peggio ieri sera. Poteva succedere, ad esempio, che in quella mischia finale sull'1-2 la palla carambolasse in porta. E invece poi è arrivato il gol di Guarin e la fine di un quasi incubo. Il Vaslui  non sarà il Real Madrid, ma a questi livelli ormai sono ben poche le squadre materasso. E allora basta un episodio per compromettere una qualificazione ampiamente ipotecata nel match d'andata. Dopo la traversa di Samuel e il diagonale di Coutinho, il solito Antal sguscia via sul filo dell'off-side e Castellazzi lo stende in chiara occasione da gol. L'Inter va sotto a livello totale, di un gol e di un uomo, ma ha il carattere giusto per tirarsi fuori dalla fossa.

CAMBIO DI MARCIA – La scossa la dà l'ingresso in campo di Fredy Guarin in luogo di un Walter Samuel lontano parente del Muro ammirato praticamente in ogni minuto della sua esperienza in nerazzurro. L'argentino, evidentemente, sta pagando un prezzo altissimo alla preparazione a singhiozzo e così nelle gerarchie di Stramaccioni adesso si trova dietro pure a Juan Jesus, che male non ha fatto. Ma è il colombiano col numero 14 il vero trascinatore del secondo tempo dell'Inter, assieme all'uomo bionico che sulla maglia a un 1 in meno. Zanetti è inarrestabile, Guarin lo asseconda, e l'Inter si ritrova.

RODRIGOL – Il Vaslui fa paura solo sporadicamente e, di fatto, non tira mai in porta. Negli Strama-boys, invece, si nota un Coutinho in grande vena ed è suo l'assist per Rodrigo Palacio che fa 1-1. L'ex Genoa si conferma cecchino infallibile e arma letale in ripartenza, a cui riesce ad abbinare talvolta anche la connotazione di prima punta classica che fa salire la squadra. Un lavoraccio per tutti, con quel 4-4-1 tutto serrato a difesa di Belec.

SUPER-GUARO – Eppure, nel momento di tranquillità, riecco spuntare da un tombino il gol che non t'aspetti. Belec buca l'uscita e Varela azzecca la capocciata: 1-2. Incredibile. In panchina, il tecnico Sumudica si sbraccia, protesta, crea il panico, ma non ha fatto ancora i conti con Guarin. Fredy sradica il pallone da un avversario, ne salta uno, ne salta un altro e spara alle spalle del portiere il 2-2, mandando definitivamente l'Inter in Europa League.

EUROPA B – Un'Europa meno nobile, forse, ma che se affrontata con la giusta concentrazione potrebbe rivelarsi comunque soddisfacente. D'altronde, il ciclo leggendario appena conclusosi era cominciato con una Coppa Italia. Quello nuovo potrebbe prendere le mosse dall'Europa League. Perché, come insegnava a suo tempo Roberto Mancini, vincere aiuta a vincere. E quest'Inter, di vittorie, deve tornarne golosa.


Altre notizie