Inter, mercato oculato e colpi contiani: abbondanza, esperienza e qualità in più. Gioiello Hakimi e fiducia cilena
Un mercato povero, con poca liquidità e bisognoso soprattutto di idee, si è concluso poco fa per tutta Europa dando appuntamento al mese di gennaio per le dovute correzioni. Anche per l'Inter è stata una sessione complessa, con la necessità di alzare la famosa asticella ma le mani e il borsellino legati dalle conseguenze finanziarie della pandemia, che non ha fatto prigionieri. La dirigenza nerazzurra si è comunque mossa per assecondare al meglio le richieste di Antonio Conte, accettando di cambiare strategia dopo il famoso summit di Villa Bellini a Somma Lombardo. Addio a trattative ben impostate per Sandro Tonali e Marash Kumbulla, spazio all'arrivo low cost di calciatori esperti, la dote che l'allenatore ha più volte reclamato nel corso della scorsa stagione.
Va sottolineato comunque che la prima, grande operazione dell'Inter porta il nome di Achraf Hakimi, strappato al Real Madrid per 40 milioni più bonus grazie al ricavato della cessione di Mauro Icardi al Paris Saint-Germain, colpo tra i principali in campo internazionale per un giocatore giovane ma già tra i più quotati in Europa. Un'altra operazione da applausi è stato il riscatto di Alexis Sanchez dal Manchester United, che lo ha liberato a zero e gli ha permesso di firmare un triennale con i nerazzurri. Sempre in tema cileno, lo ha seguito qualche settimana dopo Arturo Vidal, anche lui praticamente gratis (1 milione in bonus al Barcellona). In mezzo, l'arrivo di Aleksandar Kolarov dalla Roma, per 1,5 milioni più bonus. Pur se imbastito ormai da mesi, proprio l'ultimo giorno l'Inter ha annunciato l'arrivo di Matteo Darmian, in prestito con obbligo di riscatto dal Parma (2,5 milioni).
Non solo esperienza però dal mercato nerazzurro: si registrano infatti gli ingaggi dei baby Darian Males (prestato al Genoa) e Georgios Vagiannidis (girato al Saint-Truden), mentre a completare il reparto offensivo (8 milioni più 12 di bonus al Grifone) è tornato Andrea Pinamonti, nel rispetto degli accordi presi la scorsa stagione con Enrico Preziosi. Cavallo di ritorno anche Ionut Radu, dopo i deludenti prestiti a Genova e Parma. Da non sottovalutare, nel bilancio nerazzurro, il riscatto preventivato di Nicolò Barella (25 milioni) e Stefano Sensi (20), già in rosa dalla stagione precedente ma ancora da formalizzare a titolo definitivo.
In tema di cessioni, storicamente tasto dolente per la dirigenza, si è mosso molto. Detto di Icardi al Psg (50+8), dei fine contratto Borja Valero e Tommaso Berni, della risoluzione di Kwadwo Asamoah e Diego Godin (entrambi con incentivo), al di là dei prestiti dei giovani il club è riuscito a concretizzare solo trasferimenti temporanei nella speranza di un riscatto tra un anno. Onerosi quelli di Dalbert al Rennes e Valentino Lazaro al Borussia Moenchengladbach, gratuito quello di Joao Mario allo Sporting Lisbona. Prestito con obbligo di riscatto invece per Antonio Candreva alla Sampdoria (2,5 milioni tra un anno). Tra i baby frequentanti la prima squadra, prestito secco per Sebastiano Esposito (Spal), Lucien Agoume (Spezia) e Lorenzo Pirola (Monza). Da evidenziare, in termini di bilancio, gli 8 milioni incassati dal riscatto obbligatorio di Yann Karamoh da parte del Parma.
Tra le tante operazioni concretizzate, ce ne sono alcune non andate in porto. In particolare, spicca il mancato approdo di Radja Nainggolan al Cagliari, quando ormai tutto lasciava presagire che l'accordo fosse vicino. Invece, la ferrea volontà dei sardi di non investire molto cash si è scontrata con l'altrettanto convinta presa di posizione dell'Inter, che avrebbe accettato solo una cessione a titolo definitivo alle proprie condizioni. Starà al belga dimostrare di poter giocare a Milano. Reintegrato, per mancanza di offerte, anche Ivan Perisic, sedotto e abbandonato dal Bayern Monaco. Ad oggi il croato è titolare della corisa di sinistra nerazzurra. A rischio cessione anche Milan Skriniar, a lungo corteggiato dal Tottenham che però non ha mai inviato l'offerta giusta. Quella dello slovacco sarebbe stata una rinuncia sofferta, ma utile per incassare e rinforzare la rosa. Permanenza anche per Andrea Ranocchia, che sembrava destinato (guarda caso) al Genoa. Tra i profili cercati e non trovati, una quarta punta affidabile (Gervinho ultima idea) e un esterno di piede sinistro, che a Conte avrebbero fatto molto comodo. E magari un mediano di corsa, se in mezzo si fosse concretizzata un'importante cessione.
Nel complesso, considerando le difficoltà in cui Beppe Marotta e Piero Ausilio hanno operato e la necessità di fare il classico 0-0 sul mercato, è stato un mercato oculato, con i classici colpi mirati richiesti dal tecnico. Si sono aggiunte esperienza e qualità e, pur essendoci ancora qualche falla, la rosa è più competitiva della scorsa stagione. Poi, come sempre, il verdetto arriverà dal rettangolo di gioco.
VIDEO - ACCADDE OGGI - 05/10/1997: INTER-LAZIO FINISCE 1-1, MA RONALDO E' GIA' UNO SPETTACOLO