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Inter, sprofondo rosso: stavolta non ci sono attenuanti. Come ripartire?

di Alessandro Cavasinni

Crolla la prima Inter del 2013. Crolla per propri errori, e non per quelli presunti dell'arbitro. L'Udinese guadagna i 3 punti con un 3-0 che pesa parecchio sul morale dei nerazzurri, speranzosi in un match totalmente diverso. Ma il calcio è così: altro che possesso palla, altro che 'bel giuoco'. Servono i gol e solo quelli. Per cui, poco da recriminare: per una volta, giusto così.

ALLARME ROSSO – Imbarazzante l'elenco delle assenze con cui Stramaccioni si presenta alla trasferta friulana. Diego Milito è solo l'ultimo della folta truppa di infortunati, che può contare su elementi di spicco e rincalzi importanti. Senza il Principe, Sneijder, Ranocchia, Mudingayi, Obi, Chivu, Coutinho, Nagatomo, Alvarez, Stankovic e Castellazzi, la squadra si presenta al Friuli in completa tenuta rossa, battezzando il kit da trasferta anche in Serie A forse proprio in 'onore' dell'emergenza infinita.

DIFESA MANCINA – Strama sceglie il 3-5-2, con un terzetto di difesa tutto mancino. Cambiasso gestisce centralmente, con ai lati Samuel a destra e Juan a sinistra. Per oltre un'ora, l'assetto del tecnico nerazzurro troverà risposte confortanti, poi il gol di Di Natale e l'espulsione dell'ex Internacional cambieranno il volto della gara. L'Udinese appare in palese difficoltà, non trova mai la via della porta di Handanovic e solo con uno spento Di Natale fa paura direttamente da calcio piazzato (traversa).

PALACIO, PERCHÉ? – In generale è l'Inter a fare la partita, con un Guarin ispiratissimo e nonostante la regia raffazzonata di Gargano (ma non è colpa sua, anzi: il Mota fa anche più di quello che sa e che può). Tutto bene, tutto bello, finché Cassano inventa e Palacio spreca. Sprecherà tanto altro davanti a Brkic, ma quello che accade al 25' va evidenziato. Il Trenza sbaglia a gettarsi al primo sfiorar di mano di Domizzi: voleva rigore e rosso, ottiene giustamente un giallo per simulazione.

LA DURA LEGGE DEL GOL – Eppure la squadra cresce e stavolta l'intervallo non smorza il ritmo, anzi. I nerazzurri tornano in campo ancor più grintosi e mettono alle corde l'Udinese. Il gol sembra poter arrivare da un momento all'altro, perché i ragazzi di Guidolin vanno in palese affanno sulle accelerazioni di Guarin (Allan malissimo) e sui tagli di Cassano. Ma nel gioco del calcio buttare la palla dentro non è un optional, e così c'è poco da lamentarsi se Di Natale, al 18', fa quello che Palacio (tre volte) e Jonathan (puramente in stile Livaja) non erano riusciti a fare prima in condizioni più favorevoli. Uno a zero, palla al centro e Juan (già ammonito) non trova miglior soluzione se non quella di farsi cacciare per un brutto intervento da tergo ai danni di Muriel.

SPROFONDO ROSSO – Un'Inter matura, in tale situazione, si sarebbe stretta attorno al proprio portiere, riuscendo a soffrire e magari giocando su altri episodi potenzialmente a suo favore (calci piazzati, puntare avversari già ammoniti, ecc...). Questa Inter, invece, crolla letteralmente. Troppo facile per i friulani insaccare il bis e il tris che chiudono i conti. Sconfitta giusta, attenuanti zero, perché la partita si sarebbe potuta vincere e anche largamente. Stramaccioni sbaglia ad attaccare Giannoccaro: finora l'Inter è stata tartassata da arbitri e giudice sportivo, verissimo, ma stavolta l'arbitro c'entra poco o nulla. Il kit rosso sprofonda nel giorno del battesimo, in questa prima, amarissima partita del 2013. Manca però tutto un girone e saper trarre beneficio agli errori è il primo passo per migliorarsi.


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